[20/12/2006] Energia

Enel compra 195 pale eoliche (in Spagna, perché in Italia non le fanno)

LIVORNO. Enel ha firmato un contratto per l’acquisto di 195 grandi pale eoliche G5X-850 kW, per una potenza complessiva di 166 MW, con la società spagnola Gamesa. Gli impianti verranno installati in diversi parchi eolici italiani e consentiranno, fa sapere Enel, di evitare l’emissione in atmosfera di 249mila tonnellate di CO2 l’anno. Si tratta di un investimento di oltre 138 milioni di euro nell’ambito del piano di investimenti di 4 miliardi di euro per le energie rinnovabili e pulite che Enel ha reso noto nei giorni scorsi e che è parte di un piano di investimenti per oltre 4 miliardi che mira a fare di Enel la società dell’energia più avanzata al mondo nella ricerca di soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale della produzione e distribuzione di energia elettrica.

Ma perché Enel compra da Gamesa, leader in Spagna e tra i primi costruttori di aerogeneratori a livello mondiale? La risposta è quanto mai banale: in Italia di così grandi non se ne fanno: e la tecnologia ambientale si deve andare a comprare altrove. ne parliamo con Edoardo Zanchini, responsabile energia per Legambiente.

«Le grandi macchine come quelle che acquisterà Enel da Gamesa non si producono in Italia – spiega Zanchini – nessuno produce aerogeneratori fino a 2MW. Esiste invece in Italia una fabbrica in provincia di Taranto che produce aerogeneratori di dimensioni più piccole, la Iwt, che però non è italiana è di proprietà danese»

Quindi Enel fa bene ad acquistare all’estero?
«E altrimenti come farebbe? Se stiamo ad aspettare l’eolico italiano probabilmente non si farà mai nulla».

E’ per questo che si dice che in Italia si sarebbe pronti ad acquistare campi eolici di seconda mano, dimessi in altri paesi?
«Non ho sentito dire niente di simile. Mi sembra una cosa inverosimile. Gli impianti che oggi vengono dismessi sono ormai tecnologicamente alla preistoria, per gli standard di rendimento di oggi non sono nemmeno utilizzabili. Ed oltre ai problemi di rendimento ci sono anche quelli di costo, pensi solo a tutto il problema del trasporto da un paese straniero verso l’Italia».

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