[08/02/2006] Acqua

D’Angelis: «Prodi ripubblicizzerà l’acqua? In Toscana è già cosi»

FIRENZE. Bertinotti ha convinto Prodi a inserire nel programma di governo dell’Unione la rinazionalizzazione delle acque? Nessun problema o quasi secondo Erasmo D’Angelis, presidente della Sesta commissione del Consiglio regionale della Toscana, che comunque difende e giudica imitabile il modello toscano. «Dal punto di vista del principio che l’acqua è un bene pubblico primario e strategico – dice D’Angelis – non c’è ovviamente nulla da obiettare. Dire infatti che l’acqua è pubblica è un fatto sicuramente positivo, così come è altrettanto vero il fatto che non possa essere trattata come altri settori del servizi pubblici locali, non è e non può diventare una merce».

Per Erasmo D’Angelis quindi, che parteciperà agli Stati generali dell’acqua, in programma per tutto la giornata di domani nell’auditorium del consiglio regionale della Toscana, «l’acqua deve essere interamente pubblica per quanto riguarda la proprietà delle fonti, delle sorgenti, delle falde, e anche degli impianti deve essere pubblica». Ma con un piccolo e inevitabile “ma”: la gestione.

«Il nostro Paese in materia di acquedotti e fognature presenta falle disastrose – spiega De Angelis – in Italia viene disperso il 42% dell’acqua, nella nostra regione siamo al 27%. Questo significa che servono grossissimi investimenti, sempre per riferirci solo alla nostra Regione si parla di 300 milioni. Ecco il punto è proprio questo: il pubblico può garantir da solo questi investimenti?».

Per il presidente della commissione regionale Ambiente il punto è quindi proprio la “sostenibilità” del socio di minoranza. «Il partner economico e privato – continua - può essere scelto fissando paletti ben precisi: e il modello toscano dice che un socio di minoranza è utile per l’efficienza della gestione, purché il controllo e l’indirizzo sia pubblico e purché il socio sia dal punto di vista etico inattaccabile. In Toscana, che ricordo è l’unica regione ad aver già applicato la legge Galli, l’acqua è già pubblica, siamo quindi in linea con il programma di Prodi. L’unica cosa che potrà cambiare è una maggiore consapevolezza da parte del pubblico, che faccia valere questa proprietà più da protagonista».

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