[18/12/2006] Aria

Piano italiano per l´assegnazione delle emissioni. Gli ambientalisti al governo: «Bloccatelo o la Ue lo boccerà»

ROMA. Nei giorni scorsi Grenpeace, Legambiente e Wwf avevano già sottolineato le enormi lacune del Piano nazionale delle emissioni che l’Italia sta per consegnare all’Unione europea, tornano alla carica sul e lo fanno in maniera pesante: «Il Piano va modificato o Bruxelles lo boccerà». E chiedono un intervento in extremis del governo per modificarne i contenuti per evitare all’Italia l’ennesima figuraccia.

Il Piano fissa il tetto di emissioni per le industrie italiane nel quinquennio 2008-2012 a 209 milioni di tonnellate di anidride carbonica, ma per gli ambientalisti «per evitare di pagare caro il mancato rispetto del protocollo i permessi alle industrie non dovrebbero superare, invece, i 186 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Questo testo accontenta un solo grande protagonista: il carbone».

Il governo mette in vendita 12 milioni di tonnellate di CO2 in più della quota di emissioni assegnate e che, per la direttiva europea sull’emission trading, dovevano essere messe all’asta per garantire l’ingresso di nuovi impianti a maggiore efficienza «ma che invece – dicono Wwf, Greenpeace e Legambiente - vengono vendute, a un prezzo stracciato, ai soli operatori del carbone. E’ eccessivo inoltre l’ammontare di permessi a inquinare riservati al settore termoelettrico, che non solo non ha visto una diminuzione delle quote assegnate ma di fatto è riuscito a strappare un aumento di ben 10 milioni di tonnellate di anidride carbonica (CO2).
Le uniche limitazioni previste sono quelle nei confronti degli impianti cip 6. Ma – concludono gli ambientalisti - è un taglio fasullo la cui unica conseguenza sarà quella di far pagare più salate le bollette ai cittadini. Protetti dalla normativa adottata nel 1992, gli operatori Cip 6 hanno infatti la possibilità di scaricare sulle bollette dei consumatori tutti i costi derivanti da Kyoto».


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