[18/12/2006] Rifiuti

Finanziaria e rifiuti. Ronchi: «E´ un manifesto politico»

ROMA. Dopo aver incassato il voto di fiducia al Senato la finanziaria torna adesso alla Camera per il varo definitivo. E dato che a Montecitorio i numeri sono nettamente a favore dell´Unione, non dovrebbero esserci preoccupazioni per la maggioranza. I tempi per approvare la manovra senza ricorrere all´esercizio provvisorio scadono a fine anno, ma, pur nel rispetto dei tempi tecnici e dei passaggi istituzionali previsti, il sì dei deputati può arrivare tra giovedì e venerdì prossimo. A quel punto si tratterà soltanto di apportare le ultime correzioni decise dalla stessa maggioranza e riportare il testo al Consiglio dei Ministri, che dovrebbe essere convocato il 27 dicembre prossimo.

E dopo un faticoso iter, anche se abbastanza tipico di ogni finanziaria, dopo manifestazioni di protesta da parte di diverse categorie, fischi da destra e da sinistra, plausi e critiche , sotto l’albero il governo Prodi potrà mettere la Finanziaria 2007.

Di questa finanziaria si è già detto tutto e il contrario di tutto, e l’elemento che la caratterizza e che del resto è stato rivendicato è quell’obiettivo primario di far quadrare i conti, che non ha certo scaldato gli animi e motivato le persone, le imprese e in una parola la società. Eppure Prodi due parole le ha dette e ripetute: risanamento e crescita!

Si è parlato anche di una scarsa comunicazione di questa finanziaria, e senza dubbio per quanto riguarda le misure previste per l’ambiente se ne è parlato assai poco. Misure, che seppur anche in questo caso, siano spesso ricondotte a fondi per gli studi più che a indicazioni cogenti, o addirittura a enunciazioni ideologiche poco in linea con la natura stessa della legge e magari in contraddizione con gli obiettivi primari annunciati (la crescita, appunto), rappresentano comunque un elemento importante e apprezzabile. Intendiamoci, anche in questo caso le azioni delle lobby si sono fatte sentire, in particolare riguardo alle norme relative ai contributi Cip6 sulle energie rinnovabili, su cui si è fatto marcia e indietro più di una volta e che come ha dichiarato Roberto della Seta, presidente nazionale di Legambiente, «alla fine dopo tanti rimaneggiamenti, è il risultato pasticciato di interessi contrapposti, ma è pur sempre meglio di niente».

Ma vediamo nel dettaglio cosa emerge nell’articolato del maxiemendamento, relativo alle misure in campo ambientale, in particolare su rifiuti e dintorni.

Sulle raccolte differenziate dei rifiuti si introducono in finanziaria gli obiettivi già previsti dal codice ambientale in revisione (che quindi si suppone non verranno rivisti in corso di modifica), di almeno il 40% entro il 31 dicembre 2007, almeno il 50% entro il 31 dicembre 2009 e almeno il 60% entro il 31 dicembre 2011. Per la definizione degli obiettivi dopo il 2011 si prevede un apposito decreto, da parte del Ministero dell’Ambiente.

Per gli ambiti territoriali ottimali che risulteranno inadempienti per quelle date, si prevede la possibilità di commissariamento da parte delle Regioni con l’intervento di un commissario ad acta, che dovrà garantire il raggiungimento degli obiettivi fissati.

Abbiamo chiesto al senatore Edo Ronchi (nella foto), vice presidente della Commissione Ambiente del Senato, di commentarci anche questi punti della finanziaria.

Ma questi obiettivi sono perseguibili concretamente?
«La direttiva imballaggi prevede un obbligo di recupero del 60% minimo entro il 2008 quindi è inevitabile che si adegui il tasso di crescita al livello europeo anche in Italia. Una crescita è necessaria per stare al passo con gli obiettivi di quella direttiva».

Ma data l’attuale media di gran parte delle regioni, con questi obiettivi significa che si dovranno estendere i commissariamenti?
«Si poteva fare un transitorio per le regioni che non sono ancora al 35%, questa era anche una mia proposta, ma si rischiava di differenziare troppo. Comunque è un eventuale commissariamento limitato alla programmazione, e si riferisce al potere di governo della regione».

Quindi non è un commissariamento riferito alla gestione, ma alla pianificazione come è già adesso. Anche se nell’articolo 1111 si parla di garantire la gestione.
«Sì, è riferito solo alla programmazione, anche se adesso non è obbligatorio. Non è scritto molto bene, ma è così».

Nell’articolo si rimanda ad un decreto per fissare gli obiettivi successivi al 2011, in vista di una progressiva riduzione dei rifiuti per rendere concretamente realizzabile l’obiettivo “rifiuti zero”. Ma dato che poi non si prevedono fondi, e che l’obiettivo più volte dichiarato della finanziaria è di far ripartire la crescita, non le sembra più una formula da manifesto politico, che non da articolato di una legge finanziaria?
«E’ un manifesto politico. Che andava certo meglio su un ordine del giorno che non sulla finanziaria».

C’è poi un fondo di 5 milioni di euro per il controllo e la tracciabilità dei rifiuti. Mi può spiegare meglio di cosa si tratta?
«Dal momento che si prevede di abolire il Mud, almeno questa sarà la proposta che intendo portare avanti, dato che è un sistema che non serve a niente, questo fondo servirà per predisporre studi di settore e rafforzare poteri di intervento e di controllo dell’Osservatorio nazionale sui rifiuti. Si dovrà mettere a punto un sistema che preveda controlli a campione sui registri delle imprese. In pratica si dovrà fare una verifica tra flussi prodotti e flussi smaltiti correttamente e vedere se ci sono discrepanze. Adesso ci sono dati Mud fasulli e nessun sistema per incrociare i dati».

Un ultima domanda relativa agli incentivi Cip6. Cosa è successo in fase di stesura finale del maxiemendamento?
«Tra i vari emendamenti presentati c’era stato poi un punto di accordo intermedio che prevedeva di dividere la tipologia degli impianti tra quelli autorizzati, quelli in esercizio e quelli nuovi. Per differenziare di conseguenza chi avesse e chi no il diritto all’incentivo. Nella scrittura del maxiemendamento è stato fatto un errore di scrittura, perché è stato scritto che potranno godere dell’incentivo anche gli impianti la cui realizzazione è stata concretamente avviata e questo non va bene».

Ho letto che comunque c’è l’impegno a modificarlo nel decreto di fine d’anno.
«Mah, non lo so se ci saranno gli estremi per la modifica, perché io non ho sentito alcun impegno formale alla Camera. E devo dire che i limiti della legalità sono molto stretti. E’ difficile poter tornare indietro su impianti che hanno già ottenuto finanziamenti dalle banche e su cui sono già in essere i lavori di realizzazione.
Comunque spero sia possibile, anche se resta il fatto che il risultato è già abbastanza positivo. Dopo anni di battaglie sono stati eliminati gli incentivi sulle fonti assimilate, e questo mi sembra un bel risultato. Poi sui nuovi impianti e sul resto ci sarà una verifica da parte del Ministro dello Sviluppo».

Insomma emerge una situazione un po’ pasticciata.
«Sì, dovevamo essere un po’ più rigorosi, ma comunque abbiamo ottenuto un buon risultato. Del resto quando si è prospettata l’ipotesi di dover scrivere un unico maxiemendamento non c’è stata più la possibilità di lavorare di fino».

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