[15/12/2006] Aria

Porto Tolle, Enel toglie la luce ai climbers di Greenpeace

PORTO TOLLE (Rovigo). Il blitz dei climbers di Greenpeace sul tetto e la ciminiera della centrale Enel di Polesine Camerini sta assumendo il carattere di un vero e proprio scontro: «L´Enel nel corso della notte – denuncia una nota di Greenpeace di oggi - ha deciso di togliere la luce agli attivisti di greenpeace che da ieri stazionano sopra la ciminiera della centrale di Porto Tolle, in provincia di Rovigo. una condizione particolarmente pericolosa vista l´altezza della ciminiera della centrale (circa 250 metri) e il conseguente rischio di caduta o incidenti degli attivisti. alla richiesta degli agenti della Digos presenti sul posto di riattivare la luce, gli addetti dell´Enel hanno risposto che si tratta di una decisione dell´azienda che si assume ogni responsabilità».

Sull´argomento c´è anche una nota stampa di Enel, che dà una diversa versione dei fatti: «La scelta dell´Enel di togliere l´energia elettrica alla ciminiera dove si sono insediati gli attivisti di Greenpeace, al contrario di quanto dichiarato dall´associazione, è stata dettata esclusivamente dalla preoccupazione di salvaguardare l´incolumità degli occupanti che al momento del distacco erano rientrati all´interno. La presenza di numerosi apparati elettrici nella ciminiera della centrale può infatti costituire un rischio per chi non ne conosca bene caratteristiche e funzionamento.
Successivamente, e solo su richiesta esplicita della Polizia che se ne è assunta la responsabilità, abbiamo provveduto a ridare tensione alle apparecchiature».


Gli attivisti di Greenpeace hanno occupato la ciminiera di Porto Tolle nella notte del 13 dicembre per dire no al carbone e chiedere all´Enel e al governo impegni concreti per ridurre le emissioni di CO2, rispettare gli obiettivi di Kyoto e investire seriamente sulle fonti rinnovabili.

Contro l’atteggiamento di Enel protesta Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace: «è una scelta irresponsabile, che conferma la scarsissima attenzione dell´Enel verso qualsiasi cultura del confronto e i temi della sicurezza in genere. Capiamo che l´azienda elettrica, già pluri-condannata sia per danno ambientale che biologico, proprio in relazione all´impianto di Porto Tolle, non abbia nessuno scrupolo a mettere in pericolo la vita delle persone». L’azione di Greenpeace intanto continua e ha ricevuto l’appoggio di Wwf e Legambiente.

Pecoraro Scanio ieri sera ha parlato per telefono con il prefetto di Rovigo e con i volontari di Greenpeace che stanno protestando nella centrale di Polesine Camerini. «Il ministro – si legge in un comunicato dell’ufficio stampa del ministero dell’ambiente - ha ribadito ai manifestanti la centralità delle politiche per la decisa crescita delle energie rinnovabili nel nostro paese, così come prevede il programma dell’Unione e le indicazioni dell’Ue». Il ministro si è detto anche d’accordo, per quanto riguarda il ministero dell’ambiente, sull’opportunità «che si individui un percorso operativo che contribuisca a realizzare nel minor tempo possibile quella svolta a favore delle energie pulite, sicure e rinnovabili stabilita dal programma del governo».

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