[14/12/2006] Energia

Certificati verdi, si cambia! Ecco le posizioni di ambientalisti e industriali

LIVORNO. Nel maxiemendamento della finanziaria c’è il tanto agognato (da molti ambientalisti) provvedimento che esclude le fonti non rinnovabili (ma assimilate) dagli incentivi per le energie verdi. «Finalmente - afferma il senatore dell´ Ulivo, Francesco Ferrante - gli incentivi andranno solo a coloro che producono davvero energie pulite, così come previsto dalle direttive Ue. E´ stata una battaglia impegnativa, ma possiamo dire di avercela fatta».
Ferrante insieme ai colleghi senatori Edo Ronchi e Donato Piglionica ´ha lavorato per costruire l´accordo che ha portato all´inclusione del provvedimento nel maxiemendamento alla Finanziaria.

«L´esclusione delle fonti assimilate dai contributi economici dei Certificati Verdi (ex CIP6) - spiega Ferrante - é un ottimo risultato, che mette fine a un´anomalia tutta italiana: unico in Europa, il nostro Paese dal 1992 includeva tra le fonti di energia rinnovabile anche i rifiuti non biodegradabili bruciati nei termovalorizzatori e il carbone e il gas prodotti dai residui di raffineria».

Quasi contemporaneamente il fronte degli ambientalisti segna un’altra importante vittoria, che se sul piano pratico avrà pochi effetti, dal punto di vista politico assume un grande significato: nel consiglio comunale del 22 dicembre a Follonica sarà presentata una mozione con al quale l’ente s’impegnerà a firmare l’appello di Legambiente per togliere gli incentivi ex Cip6 alle fonti non rinnovabili. L’annuncio è stato dato dai gruppi di maggioranza che voteranno quindi in modo compatto, ma non è escluso che anche dall’opposizione possa arrivare un appoggio.


Di tutt’altro avviso gli industriali che leggono con molta preoccupazione e sorpresa «il ripensamento del Governo in materia di regolamentazione del CIP 6»
è questa la posizione delle imprese private di gestione dei rifiuti, rappresentate da FISE Assoambiente di Confindustria.

In una nota Fise Assoambiente, che rappresenta le imprese private di gestione dei rifiuti, sottolinea che « pur condividendo l’esigenza di un riordino della normativa nazionale sugli incentivi alla produzione di energia elettrica, è sconcertata per la cancellazione dei contributi previsti per gli impianti di gestione dei rifiuti già autorizzati o in via di costruzione.
Si danneggiano le imprese che hanno investito in impianti innovativi, soprattutto nelle regioni del Sud in emergenza, e si allontana la realizzazione e l’industrializzazione del ciclo integrato dei rifiuti».

La proposta del Governo secondo gli industriali «mette in discussione le certezze operative delle imprese, comporta la radicale modifica delle pianificazioni regionali e presumibilmente favorirà la continuazione dello smaltimento finale nelle discariche, soluzione invece indicata dalla Comunità europea come residuale».
Fise Assoambiente chiede quindi al Governo e al Parlamento «di procedere in modo organico e non a colpi di emendamenti su un tema così delicato e di portare quindi il confronto sugli incentivi alla produzione di energia elettrica nell’ambito degli specifici provvedimenti già in discussione, in coerenza con quanto definito a livello comunitario».

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