[14/12/2006] Energia

Blitz di Greenpeace sulla ciminiera di Porto Tolle: «No al carbone di Enel e governo»

PORTO TOLLE (Rovigo). Alcuni climber di Greenpeace hanno scalato la ciminiera della centrale Enel di Porto Tolle per dipingere una scritta gigantesca. Altri si sono arrampicati sul tetto dell´edificio dove hanno installato una enorme coccarda con scritto "Enel clima killer". Il blitz dei “guerrieri dell’arcobaleno” è iniziato stanotte per dire un clamoroso «no al carbone promosso dal governo».

«La centrale di Porto Tolle – spiega una nota diffusa da Greenpeace -sorge all´interno di un parco naturale definito “patrimonio dell´umanità" dall´Unesco e, secondo il progetto dell´Enel attualmente in fase di autorizzazione, dovrebbe essere convertita a carbone per una potenza di 1.980 Megawatt e con un´emissione di CO2 di oltre 10 milioni di tonnellate l´anno». Ad Enel viene chiesto di «rinunciare ai progetti di riconversione a carbone di Civitavecchia e Porto Tolle; di intervenire sugli impianti esistenti a carbone per aumentarne l´efficienza e ridurne le emissioni di gas a effetto serra; di orientare i propri investimenti sulle fonti rinnovabili e su misure di efficienza energetica».

Per gli ambientalisti l’accordo tra i ministri dello sviluppo economico e dell´Ambiente prevede un tetto alle emissioni eccessivo rispetto alle linee guida europee: 209 milioni di tonnellate in totale al posto di 186 e il ritorno al carbone «ci allontanerà da Kyoto e non ci farà raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra. Il carbone è infatti il combustibile con le più alte emissioni specifiche di CO2, oltre il doppio del gas naturale»

Greenpeace ha presentato anche un rapporto su carbone e politica energetica in Italia che prende in esame gli impianti esistenti, da costruire o dove è previsto un progetto di riconversione o di potenziamento. «Se tutti i progetti in corso e le ipotesi di espansione del carbone venissero realizzate – dice il rapporto - avremmo un aumento di oltre 40 MtCO2: un sostanziale raddoppio delle emissioni da carbone. Di quest´aumento potenziale l´80 per cento circa sarebbe attribuibile a Enel, a cui già oggi è imputabile il 70% delle emissioni relative a questa fonte per il settore termoelettrico. Il contributo del carbone copre attualmente circa il 17% della produzione elettrica nazionale. Se questa quota salirà, le emissioni di gas serra cresceranno ulteriormente. Solo con i progetti di Civitavecchia e Porto Tolle il contributo del carbone salirà al 24%». La richiesta di Greenpeace al governo è di «bloccare tutti i progetti di centrali a carbone, Civitavecchia e Porto Tolle in primis, e presentare un quadro coerente di politiche e misure sufficienti a riportare il Paese in linea con il Protocollo di Kyoto; di impegnarsi a definire obiettivi vincolanti sia per la produzione di elettricità da fonte rinnovabile, che per gli usi termici; di recepire e attuare il Piano d´Azione europeo con il 20% di efficienza negli usi finali entro il 2020, di cui metà da raggiungere entro il periodo previsto per il Protocollo di Kyoto (2012); di sostenere in sede europea e internazionale l´impegno di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra a livello mondiale del 30 per cento entro il 2020 e del 50 per cento al 2050».

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