[13/12/2006] Aria

Smog & stress. De Zordo vs Del Lungo

FIRENZE. L´inchiesta della Procura della Repubblica sui rischi per la salute dei cittadini derivati da politiche inadeguate a contrastare il fenomeno dello smog suscita l’immediata reazione di Ornella De Zordo (Unaltracittà/Unaltromondo): «Se è vero che il problema del traffico e dell´inquinamento in generale non può essere risolto in tempi brevi, è altrettanto vero che gli amministratori della Piana fiorentina, a partire dal sindaco di Firenze Leonardo Domenici, non possono aggravare una situazione già pesante di per sé con l´emissione nell´atmosfera delle polveri ultrasottili derivate dall´incenerimento dei rifiuti. E´ loro dovere invece attuare politiche di riduzione e di riciclo e differenziazione dei rifiuti. Unaltracittà/Unaltromondo chiede pertanto lo stop immediato ai processi amministrativi che mirano alla costruzione di inceneritori per lo smaltimento dei rifiuti fiorentini».

La replica arriva dall’assessore comunale all’ambiente Claudio Del Lungo, che dopo una battuta («Queste notizie ci fanno felici a noi appassionasti di natura, perché ci danno l’opportunità di vedere uscire allo scoperto numerosi avvoltoi») snocciola una serie di dati: «E’ significativo il fatto – spiega Del Lungo – che mentre noi ci dobbiamo difendere da tutta una serie di ricorsi per i provvedimenti di abbattimento degli inquinanti che abbiamo preso e che vengono giudicati troppo duri (Suv, euro zero, blocchi…), veniamo indagati dalla magistratura perché abbiamo intrapreso provvedimenti troppo morbidi». L’assessore fiorentino entra quindi nel merito della questione smog e ribalta la richiesta di stop all’incenerimento. «Perché non stoppiamo tutte le opposizioni alla realizzazione della tranvia che consentirà a Firenze di dare il più alto contributo alla riduzione di traffico, circa il 30%, e quindi di smog?».

Infine Del Lungo tenta una classificazione delle fonti emissive: «Un recente studio eseguito in Emilia Romagna, dimostrerebbe che per quanto riguarda le polveri, soltanto la metà deriverebbe dalle attività umane. Non è un’esagerazione perché per esempio a Palermo si hanno più di 200 sforamenti l’anno a causa delle centraline che considerano come polveri anche il salgemma nebulizzato, oppure la sabbia del deserto: quest’anno a giugno abbiamo avuto a Firenze una settimana di sforamenti continui senza inversioni termiche e in presenza di piogge: salvo poi scoprire la tradizionale patina di sabbia del deserto su tutte le macchine. Se si considerano queste percentuali è ovvio che la normativa Ue sia sbagliata e infatti la stanno modificando, anche perché segnalo che neppure Goteborg, probabilmente la metropoli più ventosa d’Europa, quest’anno è rimasta sotto i limiti».

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