[12/12/2006] Rifiuti

Riforma del Codice. Beretta-Turroni: uno a uno e palla al centro!

ROMA. Audizione in commissione Ambiente del Senato per il direttore generale di Confindustria Maurizio Beretta, che ha chiesto al governo "l´apertura di un vero tavolo di confronto per valutare senza pregiudizi i problemi e trovare le soluzioni" derivanti dall´adozione del decreto legislativo correttivo del Codice ambientale. Un a richiesta dettata dal fatto, secondo Beretta, che «l´insieme delle disposizioni contenute nel decreto correttivo del Codice ambientale riporta il quadro giuridico alla situazione di confusione che caratterizzò i primi anni Novanta: viene tolta ogni certezza agli operatori, si introducono norme inapplicabili, si prevedono inutili procedure burocratiche, si tolgono le poche semplificazioni che c´erano, si impongono cose inaccettabili».

Critiche pesanti, alle quali risponde attraverso greenreport.it Sauro Turroni, ex senatore dei Verdi a capo della commissione tecnica creata ad hoc da Pecoraro Scanio per correggere il testo unico.

«Questa richiesta non la capisco proprio perché è già stata abbondantemente esaudita – dice Turroni – ci sono state 4 giornate intere dalle 9 della mattina alle 20 la sera in cui insieme alle associazioni imprenditoriali abbiamo analizzato comma per comma e riga per riga il decreto collettivo, e ogni volta Confindustria ha mandato 7/8 superesperti per fare questo lavoro. A meno che Beretta non ritenga che “confontarsi” significhi che lui detta e noi scriviamo cosa vuole lui».

Il timore da parte degli industriali è quello di un aumento dei costi per le imprese, «di intaccarne la capacità competitiva, tenerle sempre nell´ombra dell´incertezza. Occorre che – insiste Maurizio Beretta - pur nella volontà di modificare il codice ambientale, il Governo e il Parlamento assicurino la certezza del quadro giuridico e l´allineamento ai più recenti orientamenti della Commissione europea e della Corte di giustizia. Il Paese ha bisogno di scelte che guardino al futuro della nostra economia e permettano alle imprese di operare senza penalizzazioni rispetto ai concorrenti degli altri Paesi europei».



«Su queste dichiarazioni non intendo fare commenti – è la replica del Verde Sauro Turroni – La realtà è ben diversa: noi abbiamo ottemperato alle direttive comunitarie cercando di cancellare i motivi per cui l’Italia era incorsa delle procedure di infrazione. Abbiamo inoltre risposto ai pareri di Camera e Senato durante al conferenza unificata cercando di rendere la normativa italiana più aderente agli standard europei. Quindi non vedo proprio perché si dicano cose non vere. Ora comunque aspettiamo il parere della conferenza stato-regioni e delle camere e poi faremo le eventuali integrazioni, per ritornare poi in consiglio dei ministri. La strada è ancora lunga».

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