[07/02/2006] Rifiuti

Gestore unico dei rifiuti? Per Regini (Publiambiente) è «molto improbabile»

EMPOLI. Prosegue il tour di Publiamente tra i cittadini per presentare il progetto di ampliamento della discarica di case Sartori, che passerà dai 680 mila metri cubi attuali agli oltre un milione e 800mila metri cubi dei prossimi anni. «Come già previsto dal piano provinciale dei rifiuti – spiega il presidente di Publiambiente Paolo Regini – abbiamo attivato la fase finale di completamento della discarica e della successiva messa in sicurezza e bonifica di tutta l’area».

Il progetto prevede un incremento della superficie planimetrica impegnata dalla discarica che passa dagli attuali 56.331 mq ai futuri 79.474 mq e che permetterà di evitare l’esaurimento altrimenti previsto nel 2008.

«Questo intervento consentirà alla discarica di vivere altri 5-6 anni – spiega ancora Regini – prima di intervenire materialmente sul sito bisognerà comunque attendere circa un anno che si completi la fase di consultazione e poi un altro anno per i lavori, quindi arriveremo in tempo prima dell’esaurimento della discarica».

Regini non si tira poi indietro a commentare l’ipotesi di un futuro unico gestore del ciclo dei rifiuti dell’area metropolitana. «Un unico gestore mi pare molto difficile – ha ammesso il presidente di Publiambiente – mi sembra più probabile pensare ad alcune filiere dei rifiuti gestite in comune. E proprio in questo senso abbiamo avviato un dialogo tra Publiambiente, Quadrifoglio e Asm per mettere insieme alcune delle nostre esperienze… ma un gestore unico lo ritengo alquanto difficile da costruire». E se qualcuno fa notare a Regini che in Emilia Romagna non è stato così difficile, la risposta è prontissima: «In Emilia Romagna è stata seguita una procedura molto diversa – dice – e nella grande azienda unica regionale hanno messo insieme sia il bene, cioè chi fa utili come il settore energetico, sia chi di utili ne vede proprio pochi, come le gestioni idriche e dei rifiuti: l’uno quindi compensa l’altro. Mi augurerei di arrivare a una cosa del genere, ma sarebbe un processo davvero lungo, anzi molto improbabile, come le avevo detto all’inizio».

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