[07/02/2006] Rifiuti

Ivoi: «La riduzione del 15% di rifiuti è un´utile provocazione»

Irene Ivoi è consulente di Federamebiente per la riduzione dei rifiuti.
A lei chiediamo perché è importante ridurre a monte la quantità di rifiuti che produciamo?
«Perché i rifiuti non sono solo ricchezza, come dice il vecchio proverbio napoletano; essi costituiscono anche disagio e costi per chi li genera e per chi li gestisce.
E visto che il costo di smaltimento dei rifiuti, come peraltro molti costi ambientali, tende a crescere produrne meno conviene a tutti, tranne ovviamente a quelli che producono beni e servizi ad alta intensità di produzione di rifiuto».

L’assessore Artusa si è posto l’obiettivo della riduzione pari al 15%. Che ne pensa?
«Penso che sia credibilissimo ipotizzare, nell’ambito di una azione, il 15% di riduzione del rifiuto specifico che quella azione genera. L’importante è agire in un contesto, circoscriverlo, disegnarlo, considerarne le specificità e in seno ad esso individuare uno o più flussi di beni su cui intervenire.
Se fai questo si può ottenere certamente una riduzione (non solo minimizzazione) del 15%.
L’assessore Artusa probabilmente non ha ancora potuto spiegarci che il 15% si può perseguire individuando quindi delle azioni specifiche su cui agire.
Parlare del 15% in generale è una provocazione con la speranza che sia di stimolo».

Le eccellenze in Toscana?
«Firenze nel 1998 grazie all’impegno del Quartiere 4, di Quadrifoglio e della Provincia ha tentato pionieristicamente di perseguire un accordo volontario locale sulla prevenzione estremamente innovativo che ha dato luogo a delle azioni spot, tutt’altro che inutili ma molto spot. Oggi lo stanno rinnovando con qualche difficoltà di applicazione. Ma Firenze è stata ed è tuttora anche teatro di Acquartiere, un progetto condotto dal Quartiere 4, che ha portato i suoi cittadini a consumare meno acqua minerale (che per definizione genera più rifiuto) dal 97% al 67% del campione intervistato. Quest’anno partirà su Poggibonsi e Colle Val d’Elsa, a cura di Sienambiente, un progetto di prevenzione sui beni durevoli basato sulla valorizzazione della loro manutenzione che stiamo quasi dimenticando come possibile.
Inoltre la Ascit di Lucca ha realizzato una azione di riduzione dello stovigliame nell’ambito delle sagre di paese molto prolifica di spunti.
Il comune di Sesto Fiorentino sta perseguendo sulle mense scolastiche una azione molto innovativa di recupero del cibo avanzato. In Toscana abbiamo anche una azienda di Pontremoli, leader in Italia per la produzione e installazione di dispenser che erogano acqua e bevande alla spina nelle mense, quindi senza imballaggio….ne sa qualcosa anche la Regione Toscana che si è dotata nella propria mensa di questo nuovo servizio».

Una battuta sui comitati che non vogliono gli inceneritori…
«Le risposte potrebbero essere diverse a seconda di chi guarda il problema. Ne do una sola che vale solo per i rifiuti urbani: i rifiuti li produciamo noi, chi ci governa ha il compito di gestirli, se non vogliamo un inceneritore dietro casa, per i motivi più sani o insani, abbiamo un doppio binario a disposizione: avviarne a riciclo una quota esageratamente più alta di quella perseguita attualmente, ammesso che basti, ma sapendo che aumenteranno i costi di gestione che dobbiamo essere coerentemente disposti a pagare e poi pretendere dagli amministratori pubblici l’attuazione di azioni impegnative di prevenzione che noi dobbiamo essere disposti ad adottare. Le due soluzioni non sono alternative ma complementari.
Finchè i comitati dicono no all’inceneritore senza costruire alternative credibili e concrete, senza cioè contribuire in maniera tecnica e seria alla parte costruens della critica, non sono credibili.
Il problema vero è che i comitati nascono spontaneamente solo “contro” e mai “per” ed è questo che li rende deboli per definizione».

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