[07/12/2006] Trasporti

Idrogeno, Artusa chiede a Bianchi l´omologazione dei veicoli toscani

FIRENZE. L’assessore Marino Artusa è stato di parola. Come aveva, infatti, annunciato (vedi greenreport del 22/9), la Regione ha chiesto ufficialmente al ministro dei trasporti Alessandro Bianchi, che sta lavorando ad un decreto legge sulla sicurezza su strada dei veicoli, l’omologazione in via sperimentale della piccola flotta di mezzi a idrogeno già circolanti, di cui dispone la Toscana.

«L’autorizzazione del ministero – dice l’assessore Artusa nella lettera indirizzata al ministro – può dare slancio ai progetti di sviluppo che si stanno elaborando anche con il contributo della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa, per dimostrare la loro effettiva praticabilità e per rimanere competitivi con i concorrenti europei in questo settore».

«Da diversi anni – aggiunge Artusa – l’assessorato all’ambiente si è impegnato nello sviluppo e promozione di una mobilità pubblica e privata alimentata da idrogeno prodotto da fonti rinnovabili per migliorare la qualità dell’aria nelle aree urbane e per cercare di svincolare la nostra economia dall’utilizzo di combustibili fossili. L’omologazione di tali mezzi può incentivare la moltiplicazione sulla rete stradale principale e nelle grandi aree urbane degli erogatori di questo vettore di energia, dando un contributo alla riduzione dell’inquinamento da traffico».

Da ricordare che a Grecciano, sulla superstrada Fi-Pi-Li (Nella foto) , è stato di recente inaugurato il primo distributore ad idrogeno italiano. Si tratta della stazione Multienergy di Collesalvetti, che dispone di idrogeno prodotto da fonti rinnovabili (impianti fotovoltaici e minieolici) e di una flotta di quattro automobili bifuel (Multipla Fiat) trasformate con un piccolo dispositivo elettronico che consente di utilizzare direttamente e da subito idrogeno invece di metano


«Si tratta di una tecnologia avanzata già funzionante – conclude l’assessore - che rappresenta una ‘via toscana’ all’idrogeno immediatamente praticabile, a differenza della ‘via californiana’ che ha tempi più lunghi, e molto meno dispendiosa, come è stato riconosciuto di recente anche in occasione di una iniziativa tenutasi presso il Parlamento Europeo a Bruxelles. Essa ci indica una strada concreta rispetto alla sperimentazione delle celle a combustibile che ancora non hanno un’applicazione industriale diretta».

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