[07/02/2006] Rifiuti

Bonifiche, il porto di Livorno punta sullo studio idrogeologico

LIVORNO. Inizia oggi il lavoro dell’Autorità Portuale di Livorno per selezionare le offerte giunte per l’esecuzione dello studio idrogeologico sul sito di interesse nazionale da bonificare. Si tratta di un passaggio importante, che consentirà al porto di Livorno di avere una prima risposta sul livello e sul carattere dell’inquinamento della falda. Allo stesso tempo, l’authority sta proseguendo nella raccolta dei dati che riguardano l’inquinamento delle aree a mare, ovvero dei fondali, da inviare al Ministero per poter procedere con il progetto complessivo di bonifica necessario all’esecuzione dei dragaggi.

(nella foto l´area del canale industriale all´interno del porto di Livorno)
Tornando allo studio idrogeologico, ieri è scaduto il termine per la presentazione delle offerte. Oggi la prima riunione della commissione, della quale fa parte anche un componente indicato dal Comune di Livorno, che esaminerà le offerte arrivate. Lo studio sarà finanziato dall’Autorità Portuale, con il concorso, annunciato nelle settimane scorse, da parte dell’Associazione industriali di Livorno.

Frattanto il dibattito sull’impostazione giunta dal Ministero dell’ambiente sulla questione delle bonifiche continua con toni anche piuttosto accesi. Anche a Trieste, la stampa locale ha riportato, nei giorni scorsi, gli esiti della Conferenza di servizi nella quale il Ministero proponeva, così titolava il quotidiano «Il Piccolo», «una barriera per proteggere il mare», ovvero le ormai conosciute palandole lungo un perimetro di 11 chilometri, per un costo di circa 125 milioni di Euro, e progetto da affidare a Sviluppo Italia. Una soluzione fotocopia che sembra sia stata applicata per tutti i siti di interesse nazionale. In questo caso, la Camera di Commercio e gli industriali hanno subito levato la loro voce contraria con estrema chiarezza.

Da Piombino, intanto, il segretario della Cgil Giuseppe Bartoletti non manca di esprimere le proprie perplessità sulla piega che sta prendendo la vicenda. «Vi è una volontà di forte accentramento da parte del Ministero», dice. «La distribuzione dei costi in modo proporzionale – prosegue – senza tener conto delle oggettive condizioni delle varie imprese rischia di pregiudicare l’obiettivo finale. Comunque è evidente che si sta andando verso una pausa di riflessione imposta anche dalla scadenza elettorale. Se, come noi ci auguriamo, vi sarà un cambio di direzione politica del governo, speriamo di poter riprendere la discussione con indirizzi e atteggiamenti differenti».

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