[05/12/2006] Comunicati

Dinelli (F.I.): «La holding è contrapposizione preventiva al decreto Lanzillotta»

FIRENZE. Si accende il dibattito in Toscana sul futuro dei servizi pubblici locali, in uno scenario che scendendo dal generale verso il particolare vede profilarsi il decreto legge del ministro Lanzillotta, la legge toscana (in discussione ormai da più di 2 anni), l’iniziativa dei sindaci di creare un’unica holding finanziaria (che ha visto però qualche defezioni da parte di alcuni comuni e malumori politici in altri).

Per fare il punto della situazione ieri a Firenze era in programma la tavola rotonda “Legge regionale dei servizi pubblici locali: concorrenza, liberalizzazioni e privatizzazioni” organizzata dal gruppo regionale di Forza Italia.
Fra i relatori il portavoce dell’opposizione, Alessandro Antichi, l’assessore regionale Agostino Fragai, il presidente dell’ANCI, Paolo Fontanelli, il presidente della Cispel, Alfredo De Girolamo, il direttore di Confindustria Toscana Sandro Bonaceto e il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Maurizio Dinelli, al quale abbiamo rivolto alcune domande.

Dinelli, ieri lei si è rivolto direttamente a Fragai dicendo che “non c’è vera liberalizzazione senza privatizzazione”. Che cosa voleva dire esattamente?
«Le dichiarazioni di Fragai sembrano andare nella direzione di una maggiore spinta verso le liberalizzazioni e una maggiore concorrenza, in realtà da parte delle municipalizzate c’è una resistenza forte e stanno attuando pressioni politiche sia su di lui in Toscana che su Lanzillotta a livello nazionale».

Cosa intende per liberalizzazione e cosa per privatizzazione?
«Quando dico “privatizzati” penso di stabilire che questi servizi devono essere gestiti da società per azioni, che poi possono essere anche in parte pubbliche. Noi non demonizziamo il pubblico a differenza di altri che demonizzano il privato. Del resto anche in Toscana abbiamo aziende private come Acea che in realtà sono in buona parte del comune di Roma. Quindi ricapitolando non siamo contrari alla presenza del pubblico in questo momento storico, ma siamo consapevoli che serve un passaggio graduale perché la storia insegna che l’evoluzione naturale è nel privato: all’inizio del Novecento il pubblico vendeva sia il pane e il ghiaccio…».

Da qualche settimana l’ex ministro dell’economia Tremonti, che è del suo stesso partito, va tuonando contro le troppe liberalizzazione ipotizzate dal governo Prodi, accusandolo di mercantismo e sostenendo che il mercato non è più un luogo della politica. In che rapporto stanno queste affermazioni con la posizione di Forza Italia in Toscana, c’è contraddizione?
«Non c’è contrasto perché sto dicendo le stesse cose di Tremonti, anzi visto che ho un passato da presidente di una municipalizzata mista tra pubblico e privato posso dire che sono avanti rispetto a Tremonti: ripeto che io non demonizzo il pubblico, ma credo che l’evoluzione naturale nell’arco di 10 anni siano forti aziende private, e i comuni monetizzeranno attraverso le loro partecipazioni.
Far entrare ora tout court il privato sarebbe un errore perché arriverebbero solo aziende francesi, ma un passaggio graduale darà invece la possibilità alle aziende italiane di competere».

Torniamo alla Toscana: cosa ne pensa dell’ipotesi di holding finanziaria unica lanciata dalla maggior parte dei comuni capoluogo?
«Mi sembra che questa storia della holding regionale sia fatta in contrapposizione preventiva al decreto Lanzillotta per quel che riguarda la necessità di affidare i servizi con gara pubblica. Del resto la legge regionale sui servizi pubblici è ancora troppo indefinita per dire se la holding vi troverà degli ostacoli o se ne sarà rilanciata».

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