[30/11/2006] Comunicati

Ambiente, informazione e gossip: detto e fatto!

LIVORNO. Non è premeditato. Quanto abbiamo scritto nell’altro articolo intorno ai mezzi di informazione non doveva essere un preludio a qualcos’altro. Ma la lettura dei giornali di oggi ci dà il destro per ragionare di nuovo sulla metacomunicazione. Leggiamo sulla Nazione di Firenze il seguente titolo: “Holding dei servizi, i comuni dicono nì”. A contorno, il catenaccio spiega: Via al tavolo delle concertazioni per creare un’unica grande azienda pubblica. Nel pezzo a parlare è soprattutto il sindaco di Pisa Paolo Fontanelli. Che, secondo quanto scritto, ieri sarebbe stato chiaro “sì alla riforma dei servizi pubblici con valenza economica (acqua, gas, rifiuti, eccetera) ma senza stravolgere il patrimonio di competenza accumulato dalle amministrazioni locali”. “In parole povere – prosegue l’articolo - significa un’ accettazione di massima al contenitore, ossia al documento preliminare presentato, a nome della giunta regionale, dall’assessore Agostino Fragai. Ma al medesimo tempo, quella di Fontanelli sembra una specie di frenata conservatrice in vista della nascita della nuova legge sui servizi pubblici”.

Siccome a greenreport questo argomento sta particolarmente a cuore, abbiamo quindi chiamato per telefono il diretto interessato – il sindaco Paolo Fontanelli - per saperne di più. E qui, come si dice, è cascato l’asino. “Veramente – ha detto Fontanelli – la riunione non è stata affatto sulla holding, ma sulla riforma dei servizi pubblici. La questione holding è stata trattata solo marginalmente. Si discuteva, come ho detto, sulle linee generali della riforma dei servizi pubblici e il mio intervento è stato nel merito di questo. Ho spiegato che la mia linea è più verso le liberalizzazioni, e che inserire un’eccessiva regolamentazione da parte della Regione rischia solo di complicare le cose. Mi sembra che in quell’articolo si faccia un pasticcio tremendo, si dicono cose che non stanno assieme l’una con l’altra. Una grande confusione, forse causata dal fatto che le notizie sono state riportate male al giornalista”. Insomma, ci risiamo. Il giornalista ha scritto cose che probabilmente non conosce molto bene (e magari non è neanche colpa sua) e/o si è fidato di qualche soffiata o suggerimento. Risultato: informazione sbagliata e confusa.

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