[30/11/2006] Comunicati

Ambiente, informazione e gossip

LIVORNO. «In Italia l’informazione preferisce il gossip». Parola del ministro dell’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. Che ha spiegato il suo attacco ai media facendo riferimento alla scarsa considerazione data dai giornali, secondo lui, riguardo al summit di Nairobi sul clima e all´appuntamento dell´Unep del Cairo. «Il nostro paese – ha detto - forse si accorgerà di Kyoto quando qualche posto finirà sott´acqua, il fatto che si è riusciti a salvare il protocollo di Kyoto dagli assalti di chi lo voleva affossare in Italia è una scarsa notizia».

Greenreport questo tipo di considerazioni sui mezzi di informazione generalisti le ha fatte molto spesso. E ne ha trovato pure conferma intervistando personaggi influenti del mondo giornalistico che, appunto, ci hanno risposto: "se volete che si parli di ambiente cercatevi un valido testimonial". Abbiamo criticanto la mancanza di approfondimento, la confusione linguistica, l’approssimazione e anche le forzature dei titoli dei giornali che non sono solo il frutto di limiti soggettivi bensì, soprattutto, attengono alla divisione del lavoro nelle redazioni. Soprattutto quelle locali. Sarebbe insopportabile e da licenziamento in tronco, un giornalista che equivocasse sistematicamente fra un goal e una meta, ma è sopportato benissimo se adopera la parola Cdr al posto di quella di compost o se, addirittura, come abbiamo letto in questi giorni perora il recupero del percolato delle discariche per utilizzarlo al posto dei fertilizzanti. Non solo, sul piano della comunicazione greenreport ha cercato di mettere in evidenza anche le incongruenze che spingono a rivolgersi ai testimonial per lanciare con più forza un messaggio. Nonostante, per contro, e in un contesto di questo genere, sia difficile trovare gli spiragli giusti per divulgare informazione spesso difficile da digerire per una persona media che ha poco tempo per approfondire. Sul terreno dell’informazione che preferisce il gossip siamo quindi d’accordo – pur essendo sbagliato generalizzare visto che i media per fortuna non sono tutti uguali – ma di questo meccanismo la politica è parte diligente e non può dirsi o chiamarsi fuori.

Da destra a sinistra, solo per fare qualche esempio, si è attinto a piene mani dalla televisione per trovare persone care (o credute tali) agli elettori. Giornalisti (più che altro a sinistra), attori, showgirl, presentatrici (più che altro a destra) chiamati ad amministrare oppure a rappresentare l’elettorato in senato, in parlamento o a capo di regioni. Lo stesso Pecoraro Scanio è uno dei politici più presenzialisti che si ricordi dell’era moderna della politica. La logica del marketing (cosa tira o non tira) attanaglia soprattutto la politica e i politici che la sfruttano, soprattutto quest’ultimi, per una continua promozione di se stessi. Basti vedere come, anche in campagna elettorale, i politici aprono il cuore ai giornali o alle televisioni raccontando storie private di amori, figli, oppure passioni per quello sport piuttosto che per l’altro. E vogliamo dire che questo non oscura ben più importanti (almeno dovrebbero esserlo) interventi nel merito dei programmi o di quello che si è fatto o si sta facendo o si vorrebbe fare? Vogliamo dire che questo non ha a che fare con politici che annunciano "la combustione a freddo" in alternativa agli inceneritori o che equivocano il Darfur con la famosa (quasi omonima) marca di caramelle, o la Consob con una associazione umanitaria? Insomma, chi è senza peccato scagli il primo spot…

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