[29/11/2006] Urbanistica

Urbanistica: democrazia e decentramento vs sostenibilità?

LIVORNO. Oggi sull’Unità Vittorio Emiliani riprende con un lungo articolo le tesi del documento presentato dal suo “Comitato per la bellezza” all’assemblea di Monticchiello convocata da Asor Rosa qualche settimana fa. E lo fa tracciando un impietoso e vasto quadro della cementificazione che in 55 anni ha divorato più di 11 milioni di ettari, più di un terzo della superficie italiana libera da cemento e asfalto, ma anche sferrando un duro attacco al modello toscano. «In Toscana – scrive Emiliani - lotti dai 400 alloggi per volta in su (seconde case, per lo più) a Donoratico, a Bagnaia, a Fiesole, a Bagno a Ripoli, ecc. Con un dato nazionale nuovo: dalla costa la speculazione edilizia delle seconde e terze case è ormai risalita all’interno e si sta mangiando la collina. Anche in Umbria e Toscana».

E ancora: «da noi la Regione Toscana ha approvato una legge per il risparmio di suolo. Il programma dell’Unione prevedeva misure nazionali analoghe. Ma, intanto, una edilizia di pura speculazione galoppa per ogni dove, senza una strategia di governo del territorio e del paesaggio affidato, quest’ultimo, alle fragili mani di Comuni che tanto spesso sono stati inerti nei confronti del cemento (legale e abusivo) e alle indebolite strutture delle Soprintendenze ministeriali. Non è un delitto storico buttar via così il Bel Paese?».

Il problema è che in questi anni di crisi e stagnazione industriale l’edilizia ha tirato l’economia (e drogato il mercato immobiliare), con investimenti che dal 2000 ad oggi sono balzati da 58 ad oltre 712 miliardi di euro, quasi tutto mercato e pochissima edilizia popolare che ha prodotto 800 mila stanze in più in un paese in sostanziale stasi demografica nonostante i flussi migratori.

Una crescita che sembrerebbe rallentare ma che nei primi 6 mesi di quest’anno ha fatto registrare il 3/3,2% in più sul 2005, con un tasso di crescita del 29% negli ultimi 5 anni. Ma mentre aumentano gli sfratti aumentano anche le compravendite del 62%. Un trend che ci conferma primi produttori/consumatori di cemento in Europa (800 kg/ab), più del doppio di Germania e Francia, mentre le cave, abusive e legali, si stanno mangiando mezza italia. Ed Emiliani lancia un altro allarme: attenzione perché la speculazione immobiliare sta risalendo dalla costa verso le colline e la Toscana è il luogo privilegiato per questo fenomeno.

«Chi dovrebbe contrastare, regolare, disciplinare, fenomeni tanto dirompenti che stanno dissipando l’ultima nostra risorsa, cioè il paesaggio interno? – si chiede il Comitato per la bellezza – Le Soprintendenze che però hanno scarsi mezzi, pochi tecnici e poteri indeboliti dal Codice Urbani, ma pure quei poteri residui li usano scarsamente. Con gravi responsabilità. Le regioni le quali però, in maggioranza, hanno preferito liberarsi dell’incomodo sub-delegando “democraticamente” alla bisogna i comuni divenuti così controllori di se stessi» Ed Emiliani la cosa sembra particolarmente grave proprio in Toscana dove il «presidente Claudio Martini insiste nell’assegnare soprattutto ai comuni il ruolo di tutori del paesaggio. Quasi che lo stesso fosse un fatto municipale e non nazionale». E il Comitato fa osservare che «è soprattutto in Toscana che si sostiene in modo esasperato questa “equiordinazione”. In altre regioni si è legiferato dopo il Titolo V mantenendo alcuni valori gerarchici (ad esempio, la provincia sui comuni). Di recente poi, con la sentenza n.186, la Corte costituzionale è intervenuta a ribadire la sovarordinnazione nelle attività pianificatorie della regione sulle province e di queste ultime sui comuni. Essa va rispettata per ragioni funzionali».

Dall’aggressione della speculazione edilizia per Vittorio emiliani se ne esce solo «sulla base di un interesse generale oggi appannato ed aggredito da mille interessi privati e corporativi» e ricreando nelle popolazioni «l’orgoglio di una appartenenza storica, di un legame col passato che è poi patrimonio per il presente e per il futuro».

(nella foto l´hotel Fuenti, demolito nel 1999)

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