[27/11/2006] Acqua

Il tema acqua annega nei ritardi e nella transizione

FIRENZE. Ritardo, incertezza, transizione. Queste sono state le parole più usate durante il workshop “Tutela delle acque e gestione delle risorse idriche tra passato, presente e futuro” che si è svolto nei giorni scorsi a Firenze. Le parole suddette fotografano in maniera chiara la situazione attuale. Il ritardo è riferito al recepimento dello Stato italiano della Direttiva 2000/60/CE (WFD- Water Framework Directive) che ha portato anche a procedure d’infrazione verso il nostro Paese.

Il recepimento è avvenuto solo con il decreto legislativo 152/2006 e ciò porterà come conseguenza al ritardo nell’attuazione dei vari step previsti dalla direttiva, ad esempio al dicembre 2006 era prevista l’armonizzazione del sistema di classificazione dello stato ecologico delle acque secondo parametri comuni nell’Ue, l’attivazione della rete di monitoraggio per acque superficiali, acque sotterranee e aree protette, scadenza impossibile da rispettare.

Si è parlato di incertezza perché la direttiva non è stata recepita in modo organico e non è stato ottimizzato tutto il patrimonio di lavoro fatto per il “vecchio” decreto 152/99 che ha portato in molte regioni ai Piani di tutela della risorsa idrica. Infatti il decreto legislativo 152 del 2006 è in fase di revisione e si stanno preparando correttivi attraverso nuovi decreti.

La situazione descritta porterà come conseguenza ad una fase di transizione che dovrà essere utile per mettere a punto il sistema di monitoraggio con i nuovi parametri e nuovi indicatori valorizzando il lavoro fatto per rispettare le prime scadenze previste dai Piani di Tutela poste al 2008, step valido anche per la direttiva acque.

Questo almeno è quanto si augurano gli addetti ai lavori. «E´ impossibile a questo punto fare presto e bene - dichiara Giovanni Negro della Regione Piemonte - è meglio fare le cose in maniera graduale ma seriamente, cercando di rientrare nelle scadenze del 2009 (in cui nei distretti idrografici dovrà essere predisposto un piano di gestione, ndr). Per questo noi come regione abbiamo calendarizzato una proposta di programma di rientro graduale nei tempi, sulla quale vorremmo discutere e che pensiamo possa essere accettata anche a Bruxelles senza che si attivino le procedure d’infrazione».

Strategie di riduzione dell’inquinamento e di riduzione dei consumi di risorsa (per garantirla a tutti), questo dovrebbero contenere i Piani di Gestione per centrare gli obiettivi di qualità previsti al 2015 in un contesto di cambiamenti climatici globali che si misurano anche localmente: le portate medie annuali di molti fiumi europei sono in costante diminuzione.

Ma la direttiva europea 2000/60, nei suoi principi generali, parla anche di riduzione del rischio idraulico senza poi approfondire il tema come invece farà la nuova direttiva alluvioni che sarà probabilmente adottata entro i primi mesi del 2007. Nonostante ci siano forti richiami e connessioni tra le due direttive e nonostante che almeno il nostro Paese si troverà già sostanzialmente in linea con le scadenze della direttiva alluvioni al 2012, si è persa ancora una volta l’opportunità di considerare un unico ambito quello che riguarda la difesa delle acque e dalle acque.

Il rischio che in sede di attuazione di programmi ed interventi i due comparti rimangano separati, come è stato in passato, è ancora alto. Programmare e gestire la risorsa significa fare analisi economica e a valle scegliere le priorità tra gli usi della risorsa che spesso sono concorrenziali tra loro. La direttiva 2000/60 definisce l’acqua come un prodotto non commerciale ma devono essere recuperati i costi relativi al servizio idrico compresi i costi ambientali secondo i principi “chi inquina paga”, “chi consuma paga”.

Questi aspetti devono essere meglio chiariti nel decreto 152/06 ma in attesa di delucidazioni intanto due considerazioni conseguenti all’analisi dei dati a disposizione possono essere fatte: le tariffe applicate, se vogliamo mantenerle sostenibili socialmente, non consentono dal punto di vista economico la piena copertura degli oneri sostenuti dalle aziende e questo qualunque sia il tipo di gestione messa in essere. L’altro aspetto riguarda la crescita delle tariffe che non ha portato, almeno ad oggi, alla diminuzioni dei consumi evidenziando un disaccoppiamento tra i due aspetti.

Questi solo alcuni elementi emersi dall’intenso appuntamento fiorentino. Programmazione integrata in tutta la filiera, dagli aspetti normativi all’attuazione delle politiche sul territorio, questa è l’unica possibile risposta per provare a centrare gli obiettivi sapendo di non poter calare le politiche dall’alto e dovendo organizzare la partecipazione (tutte le recenti direttive europee la impongono) in un Paese come il nostro assolutamente non abituato a questo tipo di percorso. Questa sarà la sfida che ci aspetta nei prossimi anni.

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