[24/11/2006] Rifiuti

Cirelli: Il problema non è il Conai, manca una logica di sistema

BOLOGNA. Tra le voci del dibattito che si è aperto su greenreport.it in merito al ruolo del Conai nella filiera dei materiali provenienti dagli imballaggi post-consumo e dell’intera filiera delle raccolte differenziate e del riciclo, abbiamo sentito anche Andrea Cirelli (nella foto
Cosa ne pensa del dibattito in atto sulla filiera del riciclo che ha visto contrapporre da una parte il Conai e dall’altra una fetta dei gestori e delle rappresentanze istituzionali?
«La complessità delle tematiche ambientali mai come adesso richiederebbe l’intervento più esteso da parte di vari interlocutori e referenti per gestire il ciclo integrato dei rifiuti. Pensare che un unico soggetto sia esso istituzionale o gestore possa risolvere da solo le questioni sul tappeto significa non conoscere il settore.
Quindi pensare che il problema del mezzogiorno si risolva con il commissariamento e che nelle realtà in cui i gestori sono più virtuosi possano risolvere il problema da soli e che le modifiche legislative trovino soluzioni alle questioni, è assolutamente illusorio.
In questa fase è fondamentale che ognuno si assuma le proprie responsabilità più che andare a giudicare quelle degli altri».

Quindi non basta riformare il Conai o renderlo più soggetto al controllo pubblico?
«Pensare che sia essere il Conai il problema da risolvere è sbagliato, come è sbagliato che il Conai possa da solo risolvere il problema. Non è più tempo di contrapposizioni ideologiche, né di rendite di posizione. Il Conai cerca di operare su tutte le filiere, deve però nel contempo aggiudicarsi la disponibilità di tutte le filiere».

Infatti il Coreve non partecipa all’accordo quadro e questo sta creando qualche distonia.
«Il Coreve non ha partecipato fin dal primo accordo, quindi la sua è una posizione strategica di lungo termine che deve essere prima di tutto risolta dentro il ruolo del Conai. Come deve anche essere rivisto il rapporto Anci-Conai perché esclude la logica provinciale e comunque di ambito creando un doppio binario non omogeneo anche a livello istituzionale, tra il ruolo dei comuni e degli Ambiti e quindi dei piani d’ambito».

Insomma secondo lei quello che manca è una logica di sistema?
«Sì, bisogna ragionare in termini di sistema. Questa mancanza di visione integrata fa sì che i rapporti si sfilaccino in opportunità locali e non su visioni di sistema».

Ma in Emilia Romagna vi sono problemi come sembrano esserci in Toscana?
«Il problema della mancanza della visione integrata è vero anche per l’Emilia Romagna, in cui sembra che il tema della gestione degli imballaggi sia condotto solo dai grandi gestori. E’ per questo che da parte della regione si è incontrato il Conai per ricercare un accordo quadro di tipo regionale».

E sui corrispettivi Conai, cosa mi dice?
«Che difficilmente così come sono costituiti, si riescono a ricondurre a una trasparenza economica per i sistemi tariffari e dunque a stabilire quanto i cittadini pagano la raccolta differenziata e il riciclo».

E secondo lei qual è la soluzione?
«E’ urgente un tavolo di concertazione in cui ognuno per il proprio ruolo contribuisca ad una politica industriale del sistema imballaggi».

La concertazione la immagina attorno ad un tavolo nazionale o regionale?
«Penso ad un tavolo regionale a cui partecipino per le istituzioni locali, oltre ai comuni anche le autorità d’ambito».

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