[23/11/2006] Acqua

D´Angelis: sull´acqua abbiamo aperto, e non chiuso, la discussione

FIRENZE. Il presidente della commissione ambiente del consiglio regionale, Erasmo D’Angelis torna sul voto di ieri in consiglio che ha respinto la proposta di legge di iniziativa popolare corredata da oltre 42mila firme per la ripubblicizzazione dell’acqua.
«Non è stata assolutamente una bocciatura - spiega D’Angelis (esponente della Margherita, che ha votato contro insieme a Ds, Udc, Forza Italia, An e Sdi – bensì di un voto tecnico perché la proposta ha permesso l’avvio di una discussione che ha coinvolto tutti soggetti interessati, visto che come commissione abbiamo fatto audizioni con i promotori, con gli Ato, i sindaci».

L’inizio di un percorso quindi, ma secondo D’Angelis anche una vittoria per i promotori della proposta: «il tema acqua viene stralciato dalla nuova legge sui servizi pubblici locali e avrà una normativa a sé, non sarà considerata né come merce né come servizio pubblico, ma come bene strategico della Toscana».

Del resto sul termine “ri-pubblicizzazione” gli equivoci non sono mai mancati: «L’acqua in Toscana è sempre stata pubblica – sostiene Erasmo D’Angelis – le sorgenti, le reti e gli acquedotti sono pubblici e lo resteranno. Soltanto la gestione in alcuni ambiti vede in minoranza soggetti privati come Acea, che poi in realtà è tutt’altro che privata».

Quello che è certo è che la vicenda non si esaurisce col voto di ieri: ora la discussione con i promotori proseguirà, in vista del varo sia della legge dei servizi pubblici che la Toscana aspetta ormai da lungo tempo, sia dei questa nuova legge sull’acqua.
E uno dei nodi principali da affrontare sarà quello della liberalizzazione (che è cosa diversa e distinta dalla privatizzazione).

«A noi occorrono nei prossimi mesi 300 milioni di euro – riprende il presidente della commissione ambiente della Regione - e nei prossimi anni servono 3 miliardi per ammodernare le reti, gli acquedotti, gli impianti e tutela la risorsa acqua, visto che oggi ne perdiamo il 27%. E’ quindi assolutamente sciogliere il nodo della partecipazione in quota di minoranza di altre aziende nella gestione. Questa è la soluzione migliore secondo me, altrimenti si può anche scegliere che tutti questi soldi arrivino come finanziamento pubblico dallo stato, vi pare credibile? Oppure si può decidere di creare una forte alleanza dell’Italia centrale così come L’Emilia Romagna sta facendo con la Lombardia. O infine farci finanziare gli interventi dal sistema bancario come per Acquedotto pugliese, ma in questo caso sono meglio i privati o le banche?».

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