[22/11/2006] Energia

Le alternative al pet-coke della centrale di Gela

GELA. La commissione Energia e qualità dell’aria di Legambiente, guidata dal direttore scientifico Fabrizio Nardo ha completato lo studio durato quasi due anni sull’emergenza sanitaria e ambientale di Gela unico caso in Italia di utilizzo di pet-coke, nella Centrale termoelettrica di servizio alla raffineria.

«Il pet-coke è il residuo ultimo dei processi di coking – si legge nel comunicato del presidente del circolo della città siciliana Pietro Lorefice - un processo di raffineria nel quale, mediante piroscissione e successive reazioni di ricombinazione, frazioni petrolifere pesanti vengono convertite in prodotti leggeri (gas e benzine), distillati medi e coke residuo».

Il pet-coke presenta quindi un formidabile potere calorifico (33 MJ/kg), tuttavia presenta molte criticità: in primo luogo il pet-coke presenta solitamente un rapporto tra idrogeno e carbonio bassissimo (0,04-0,5%), che ne rende la combustione parziale e problematica. La seconda criticità, e sicuramente la più importante, è rappresentata dalla composizione chimica. Infatti, normalmente il pet-coke contiene una miscela di sostanze estremamente pericolose, come idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti (vanadio, nichelio), alto contenuto di zolfo (anche oltre il 7%) e cloro. Le sostanze contenute nel pet-coke oltre ad una tossicità intrinseca sono indicate anche come cancerogene (alcuni come il benzo-pirene) e/o mutagene. La prima proprietà provoca tumori di vario genere, la seconda modificazioni genetiche, da cui le malformazioni nei nascituri.

«Da quanto detto – proseguono gli ambientalisti - appare chiaro il motivo per cui riteniamo che l’emergenza ambientale e sanitaria di Gela, dipenda in gran parte dall’impiego di pet-coke come combustibile. Il sistema Snox infatti, utilizzato nella centrale termoelettrica di servizio alla raffineria, è un’ottima tecnologia per l’abbattimento delle emissioni di ossidi di azoto, di zolfo e per le polveri. La sua efficacia nell’abbattimento di Ipa incombusti, metalli pesanti ed eventuali diossine è invece tutta da dimostrare».

Lo studio di Legambiente indica due diverse soluzioni. La prima prevede l’upgrade della raffineria introducendo il sistema Est (Eni slurry technology) che evita la produzione di pet-coke incrementando le rese in gasoli e benzine del 13%. L’altra soluzione suggerisce la sostituzione delle attuali caldaie, impiegate nella centrale, con un sistema di gassificazione del pet-coke mediante processo Gtl (gas to liquid) sviluppato da Eni tecnologie e l’istituto di ricerche francese Ifp. In questo caso dalla gassificazione del pet-coke si otterrebbero benzine e gasoli, migliorando le rese dell’intera raffineria.

Nella determinazione delle soluzioni citate, Legambiente ha tenuto in considerazione oltre ai benefici ambientali e sanitari anche gli aspetti tecnologici ed economici. Infatti, tali soluzioni migliorerebbero la competitività tecnologica ed economica della raffineria di Gela, garantendone un ulteriore sviluppo con positive ricadute occupazionali. Inoltre, le tecniche e tecnologie necessarie all’implementazione delle soluzioni indicate da Legambiente, sono state sviluppate dai centri di ricerca dell’Eni stessa.

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