[22/11/2006] Rifiuti

Con 80 procedure d´infrazione l´Italia ha il primato europeo

ROMA. Oggi una delegazione di parlamentari europei ha discusso con le associazioni ambientaliste italiane del triste record del nostro paese: 80 procedimenti di infrazione per violazione della normativa europea in materia ambientale. L’Italia è nel mirino dell’Ue soprattutto per le violazioni in materia di habitat, uccelli e caccia, ben 22 e per i rifiuti: 19. Poi ci sono 15 procedure per mancata valutazione di impatto ambientale, 11per mancato rispetto delle leggi sulla qualità dell’aria, 10 per le acque, ed una ciascuna per energia, direttiva Seveso e Ogm.

Dietro la Repubblica Italiana, con largo distacco, si posiziona la Spagna con 59 infrazioni, poi Francia e Gran Bretagna a 37 e la Germania a poco più di un terzo delle nostre: 22.

Per i rifiuti, l’Italia viene accusata dall’Ue, oltre per la gestione illegale di discariche, impianti e rifiuti pericolosi, di aver escluso con la legge Delega dalla normativa i rottami ferrosi, i combustibili derivati dai rifiuti e altri materiali, e di non aver risolto la questione di “definizione di rifiuto” e per l’assimilazione dell’incenerimento alla produzione di energia da fonti rinnovabili per i certificati verdi. Tra i casi all’attenzione della Commissione, la discarica di Campolungo, in provincia di Ascoli Piceno, direttamente adagiata sulle sponde del fiume Tronto, quindi in piena area di esondazione, quelle dell’ex Enichem di Manfredonia e quelle all’interno del sito industriale dell’ex Sisas di Pioltello (Mi) mai bonificate.

Nell’elenco dei casi all’attenzione dell’Ue non compare ancora la “Terra dei fuochi”, tra i comuni di Giugliano, Qualiano e Villaricca dove l’ecomafia continua indisturbata a smaltire e incendiare illegalmente i rifiuti.
«Parliamo di un’area dove vivono 150mila persone – dice Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania, che accompagna la delegazione Ue sul posto – dove risultano 39 discariche di cui 27 con rifiuti tossici. Quasi ogni giorno si incendiano veleni di ogni tipo, le cui colonne di fumo si vedono a chilometri di distanza. L’agricoltura di questa zona è in ginocchio, in compenso la camorra continua a fare affari d’oro e la gente si ammala di tumore il 20% in più che nel resto della regione. Chiediamo da anni al Governo di avviare un’operazione straordinaria interforze di controllo e una grande azione di bonifica che un territorio così compromesso non può più aspettare».

L’altro fronte che preoccupa l’Unione Europea è quello sulle aree tutelate dalle direttive europee, con procedure di infrazione già avviate per il ponte sullo Stretto di Messina, il disboscamento a Santa Caterina Valfurva (So) per i Mondiali di sci del 2005 e il gigantesco villaggio turistico/parco divertimenti Europaradiso in Calabria, su cui Legambiente ha fatto ricorso alla Commissione Europea per incompatibilità con il Sito di Interesse Comunitario e la Zona di Protezione Speciale.

«Un primato, il nostro, davvero vergognoso – è stato il commento di Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente - E’ necessario ripristinare il rispetto delle regole come principio inderogabile. E per prime devono convincersene le istituzioni. Il ministro dell’ambiente, con la bozza di decreto che modifica il Codice ambientale del precedente governo, ha fatto un primo passo nella giusta direzione. Tocca anche alle regioni fare la loro parte per riscattare il nostro Paese».

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