[20/11/2006] Parchi

Mediterraneo: si comincia a fare sul serio?

CAIRO (Egitto). Da 30 anni con la firma della convenzione di Barcellona l’Europa sta tentando di disinquinare il mar Mediterraneo. Negli ultimi dieci anni altri sforzi sono stati fatti nella stessa direzione da parte del Partenariato Euromediterraneo. Eppure il mare nostrum continua ad essere sempre malato, ogni giorno di più. Per questo oggi al Cairo i ministri dell´ Ambiente della Ue e dei Paesi che si affacciano sul mare di casa nostra s’incontrano per fare il punto della situazione degli studi effettuati e soprattutto sulle cose da fare.

Per L’Italia c’è ovviamente Alfonso Pecoraro Scanio, che ha sottolineato la necessità di agire subito: «Ora servono gli strumenti operativi. Penso - ha detto il ministro italiano - al fatto che non esiste ancora una legislazione per il controllo dei trasporti navali, sui rifiuti tossici, sulla cementificazione delle coste e la sostenibilità».

Sul mare quindi c´è ancora molto da fare, a partire da uno studio organico sullo stato della sua salute: «Ho voluto uno stanziamento in Finanziaria per poter avviare una conoscenza approfondita della situazione. Finora ci sono stati tanti studi su singole questioni o fenomeni ma non un lavoro organico, che comprenda per esempio anche i dati delle strutture militari» ha detto il ministro.

Ma al Cairo ci sono anche i dirigenti della sede italiana dell’Unep (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente).

Abbiamo chiesto a Sergio Illuminato, direttore del centro informativo italiano Unep/Map, di spiegarci l’importanza di questo summit che segue a distanza di poche ore il vertice di Nairobi sul futuro del Protocollo di Kyoto.

«Si tratta di un appuntamento di fondamentale importanza perché per la prima volta - spiega Illuminato - Convenzione di Barcellona e Partenariato europeo diventano una cosa sola. Nonostante gli sforzi fatti fino ad oggi i risultati sono tutt’altro che soddisfacenti, ma la conferenza di oggi integra le due azioni, metterà a disposizione molte più risorse economiche per un’azione seria per disinquinare il mare mediterraneo e le sue coste, e questo significa intervenire anche sull’inquinamento da fonti terrestri».

Che cosa vi aspettate da questa giornata?
«Ci aspettiamo molto proprio per le risorse messe finalmente a disposizione. Ma anche per il time table degli interventi: ora abbiamo una mappa chiara delle priorità da seguire e tutta una serie di scadenze entro cui realizzarle».

Come si svilupperanno concretamente questi interventi?
«In base alle priorità definite interverremo su una serie di punti altamente inquinanti supportando tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo: daremo ai singoli stati risorse e tecnologie per operare, ma contemporaneamente monitoreremo il lavoro fatto e i risultati ottenuti nel tempo».

Ieri il ministro Pecoraro Scanio sottolineava che non ci si può interessare del mare solo quando si rileva un aumento della temperatura come questa estate nello stretto di Messina fino a 29 gradi, o quando si scopre che sono arrivati i barracuda, o che la salinità è cambiata. Né si può cadere nell’errore opposto di lasciarsi andare a catastrofismi senza prosposte costruttive. Quali iniziative prenderete dal punto di vista della comunicazione ambientale?
«In questo senso puntiamo a dare due segnali molto chiari. Intanto per la prima volta sarà costruito un sistema comune informativo chiamato Infomap a cui tutti i paesi contribuiranno con i dati nazionali. Il progetto Infomap sarà anche un portale online capace di dare alla gente tutte le informazioni in tempo reale sullo stato di salute del Mediterraneo. Avremo un prototipo nei prossimi mesi, entro il 2007 sarà in linea.
La seconda azione è quella della sensibilizzazione della comunità. I governi hanno bisogno della partecipazione proattiva della gente. Per esempio nel prossimo anno lanceremo il Med day, una giornata dedicata alla tutela e allo sviluppo sostenibile del Mediteraneo, la data non è stata ancora fissata ma probabilmente sarà scelta nei primi giorni di giugno».

Lei parlava che adesso sono disponibili più risorse per il Mediterraneo. Quali sono?
«Tutto passa attraverso i fondi strutturali e oggi qui al Cairo vengono definite le linee guida per la loro utilizzazione. Anche perché sono necessari ancora dei passaggi parlamentari nei vari stati per dare esattamente le cifre, che comunque sono quelle che prima erano disperse nei vari programmi, come il Life e che ora saranno sostituiti dal programma Orizzonte 2020».

Quale sarà il ruolo dell’Italia in questa nuova fase di difesa del Mediterraneo?
«All’Italia è stata affidata la gestione dell’intero sistema informativo, quindi per esempio anche il futuro portale mediterraneo . Questo significa anche gestione di ogni flusso informativo e delle campagne di sensibilizzazione».

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