[03/02/2006] Parchi

«Gestiamo i parcheggi per tutelare meglio i nostri parchi»

PIOMBINO (Livorno). «L’introito dei parcheggi? Serve a gestire e tutelare meglio i nostri parchi». Lo dice il presidente della società Parchi Val di Cornia, Massimo Zucconi, a proposito della polemica sollevata a Piombino sulla gestione dei parcheggi da parte della stessa società. «Tutti i beni dei parchi naturali, dei parchi archeologici e dei musei della Val di Cornia – dice Zucconi – appartengono esclusivamente ai Comuni ed allo Stato. La gestione di questo vasto complesso di beni non consente la totale copertura dei costi: la capacità di autofinanziamento della Società, pur tra i più alti rilevati in Italia, si attesta, infatti, intorno all’80%. Per assicurare la copertura dei costi di gestione, in armonia con i principi che regolano i rapporti tra enti titolari dei beni e soggetti incaricati della loro gestione, è stato stipulato un contratto di servizio tra i Comuni e la Società Parchi».
«Con il contratto di servizio, annualmente – prosegue Zucconi – vengono rideterminati i corrispettivi richiesti ai Comuni e le entrate derivanti dalla gestione dei parcheggi vanno a ridurre automaticamente il loro apporto finanziario. E’ dunque del tutto fuori luogo parlare di utili che andrebbero a beneficio dei privati presenti tra gli azionisti della Società, costituita da capitali pubblici per l’85% e da capitali privati per il 15%. La realtà e che gli introiti della gestione dei parcheggi sono sempre stati interamente destinati ad integrare la gestione dei parchi naturali, dei parchi archeologici e dei musei che fanno parte del sistema. Queste forme d’integrazione, unitamente alla contribuzione pubblica dei Comuni, consento oggi di chiudere in pareggio i bilanci della Società».
Zucconi spiega anche il motivo per il quale i privati sono entrati nella società: «Il loro interesse non deriva dalla possibilità di ottenere benefici economici, prova ne è che in loro favore, così come per i Comuni, non sono mai stati distribuiti utili. Nonostante questo, anche recentemente, sono cresciute notevolmente le imprese, in particolare quelle turistiche, che hanno deciso di sottoscrivere azioni della Parchi Val di Cornia (oggi sono 35), confermando che il loro apporto di capitali alla realizzazione del progetto dei parchi non è dettato da attese di rendimento ma dalla convinzione che il patrimonio culturale ed ambientale di questa zona rappresenta un bene comune della collettività, da salvaguardare e da valorizzare in un’ottica di sviluppo qualificato e sostenibile. Come tali vanno incoraggiate, perché sostengono lo sviluppo di un progetto pubblico, e non certo additate come imprese che s’intascano i soldi dei contribuenti».

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