[17/11/2006] Energia

A paritą di produzione l´eolico consuma meno territorio del carbone

SIDNEY. Mentre il summit di Nairobi si avvia a conclusione, in Australia l´opinione pubblica (e ora anche il mondo della scienza) continua fare pressione sul premier conservatore Howard, che insieme agli Usa persiste nella linea dura contro l´adesione al protocollo di Kyoto. Stavolta č uno dei maggiori esperti australiani di energie rinnovabili, Mark Diesendorf dell istituto di scienze ambientali dell´universita del Nuovo Galles del sud, che accusa il premier John Howard di usare «tattiche di paura», per screditare il potenziale dell´energia eolica come tecnologia di riduzione delle missioni di gas serra.

In effetti la scorsa settimana Howard aveva dichiarato che l´energia del vento poteva assumere un ruolo chiave per il Paese solo se la costa orientale, dove si concentra gran parte della popolazione, fosse costellata da turbine ogni poche centinaia di metri.

«La verita - ha dichiarato Diesendorf al Sydney Morning Herald, - č che le wind farm potranno fornire un quinto del fabbisogno di energia del Paese entro il 2040, usando meno terreno di quello necessario oggi per generare energia dal carbone, e nessuno propone di costellare la costa di turbine».

Secondo lo scienziato, le turbine e le strade per un complesso eolico in grado di sostituire una centrale a carbone da 1000 megawatt occuperebbero fra cinque e 19 kmq. Una miniera a cielo aperto per supportare una centrale che produca lo stesso volume di energia coprirebbe invece fino a 50 o 100 kmq.

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