[17/11/2006] Rifiuti

Dati ufficiali: nel 2005 più rifiuti e meno raccolte differenziate

FIRENZE. Pubblicati finalmente, con notevole ritardo, i dati della Regione sulla situazione dei rifiuti in Toscana (decreto del 29 settembre 2006 numero 4620, certificato il 9/10/2006). I ritardi non sono stati motivati dall´episodio della falsa registrazione dei dati della Geofor di Pisa, bensì, questa la motivazione ufficiale di Arrr - perché non sono ancora stati comunicati i dati sulle presenze turistiche per un trimestre della Provincia di Pistoia. La validazione dei dati di produzione e di raccolta differenziata effettuati da Arrr sono funzionali all’attribuzione del contributo applicato ai comuni per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati in discarica. E quindi la reale situazione, al di là dei primati che rappresentano comunque motivo di orgoglio per le amministrazioni, conta soprattutto per il conseguente risvolto economico.

La sorpresa non è però stata delle migliori.

Il dato secco aggregato a livello regionale, confrontando i dati 2005 con la serie relativa agli anni 1999-2004 (riportati nel sito di Arrr e nel Praa 2006-2010), indica infatti una situazione molto lontana dalle aspettative e dagli obiettivi che l’assessore Marino Artusa ha riproposto anche ieri alla discussione del Praa, che si è svolta a Massa Carrara, ovvero una minor produzione (il –15% rispetto ai dati 2004) e una maggiore raccolta differenziata (+55%). I rifiuti infatti e invece, in Toscana continuano a seguire il trend di crescita registrato dal 1999 in poi (salvo una battuta di arresto nel 2003), e hanno raggiunto nel 2005 quota 2.523.644 tonnellate contro le 2.506.514 del 2004, ovvero il +1%. Al contempo le raccolte differenziate, come media regionale, sia pure di solo qualche decimale, sono invece diminuite, passando al 33,28% al 2005 rispetto al 33,42 del 2004 (poi corretto al 33,50%). E questa diminuizione è la prima registrata dal 1999. Certo, si può dire che siamo in una situazione di stallo, con la media regionale che si è attestata al 33% e l’aumento della produzione dei rifiuti all’ 1% . Una situazione che sta ad indicare che gli auspici e gli annunci ripetuti non bastano a farla evolvere positivamente.

E’ evidente che la presenza delle cosiddette zone grigie di contabilizzazione alla fonte (leggi assimilabili e assimilati) e l’utilizzo degli indicatori, possono determinare fluttuazioni della contabilità complessiva dei rifiuti e quindi far rientrare tra gli urbani anche gli speciali ( o viceversa), ma alla fine sono comunque rifiuti prodotti e da gestire. Se poi anziché il dato assoluto lo si legge come trend, misurato anno per anno con gli stessi indicatori e le stesse metodologie, l’analisi non certo positiva, ne esce ancora di più rafforzata.

E il panorama toscano del settore rifiuti non offre prospettive migliori, anche se naturalmente più variegate, neanche se letto come dato disaggregato a scala di Ato.

La produzione di rifiuti è infatti aumentata in 7 province ( o meglio Ato dato che Pistoia è valutata assieme all’area Empoli – Valdelsa, che viene invece “sottratta” alla provincia di Firenze) su 10, in particolare a Massa ( 137.206 nel 2004 e 139.280 nel 2005), Pistoia-Empoli ( 282.560 nel 2004 e 286.884 nel 2005 ma con Empoli che, sia pure di poco, diminuisce), Firenze (da 539.540 a 544.335), Arezzo ( da 198.029 a 200.263), Siena (da 165.433 a 169.247) e Grosseto (da 173.111 a 175.480) e a Prato ( da 186.342 a 192.224). I rifiuti diminuiscono invece, sia pure di poco a Livorno ( da 247.807 del 2004 a 247.231. 576 tonnellate in meno anche se la produzione procapite rimane comunque più alta rispetto alla media regionale), un po’ di più a Pisa ( da 276.549 a 272.856. Meno 3.693 tonnellate) e a Lucca ( da 299.937 a 295.800. Meno 4.137, quando però il dato procapite risulta maggiore rispetto alla media toscana).

Rispetto alle percentuali di raccolta differenziata che come abbiamo detto rimane stabile al 33% come media regionale, il dato disaggregato a livello di Ato, evidenzia che vi sono stati degli spostamenti a livello territoriale. La percentuale infatti è cresciuta, sia pure quasi impercettibilmente a Lucca ( dal 34,92 al 35,37. Più 0,45%), dove però si registra un aumento di produzione di quasi 72 Kg/abitante rispetto al dato medio regionale; in maniera ancor meno evidente a Pisa con un +0,11( dal 34,67 al 34,78) e Siena + 0,19 (dal 37,75 al 37,94), dove la produzione procapite è però sotto il dato medio regionale. Livorno e Firenze vedono crescere le percentuali di raccolta differenziata (dal 31,35 al 32,42. Più 1,07% e dal 34,02 al 35,63. Più 1,61% rispettivamente), ma mentre a Firenze la produzione procapite è più bassa rispetto a quella media regionale, a Livorno è cresciuta a 736 chilogrammi abitante. Prato, è l’Ato in cui si registra l’aumento più forte di raccolta differenziata (dal 35,50 al 38,01. Più 2,41%) e il dato di produzione è quasi 100 chilogrammi superiore alla media toscana.

Il trend è invece negativo, sia pure di qualche decimale a Massa che passa a –0,21% (dal 30,11 al 29,90) Pistoia-Empoli a meno 0,08( dal 34,67 al 34,59) con un aumento contenuto in entrambi gli Ato riguardo alla produzione di rifiuti (rispettivamente Massa ha lo stesso dato medio regionale e Pistoia-Empoli più basso di 48 Kg/abitante).

Arezzo ha un calo della percentuale di raccolta differenziata pari a un –0.32% ( da 24,99 a 24,67), ma è l’unico Ato in cui vi è stata una netta diminuzione dei rifiuti procapite (meno 98 kg/abitante rispetto alla media regionale).

A Grosseto infine si registra il più marcato calo della raccolta differenziata che passa da 33,74 a 29,68, ovvero a - 4,6%, e al contempo si registra il maggior aumento procapite di rifiuti rispetto alla media regionale con 797,5 Kg/abitante.

Vale la pena ricordare che i dati di raccolta differenziata validati da Arrr, non vanno confuso comunque con quelli relativi al riciclo effettivo dei materiali raccolti, come dimostra il dibattito che si è svolto proprio su Greenreport fra Conai e il sistema toscano.

E’ evidente che il futuro si presenta quanto mai in salita.

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