[03/02/2006] Urbanistica

La Toscana dei paesaggi, non tutto va bene

FIRENZE. Dal convegno «Città e paesaggio nel mondo», promosso da Legambiente e in corso di svolgimento al Palaffari di Firenze giungono forti critiche ai livelli di tutela del paesaggio in Toscana. Particolarmente duro l’intervento di Giorgio Pizziolo, urbanista dell’Atelier internazionale dei paesaggi mediterranei, secondo il quale «con la convenzione europea la percezione del paesaggio diventa fenomeno sociale». «E’ necessario aprire una fase di ascolto con le popolazioni – ha detto Pizziolo – e sperimentare laboratori paesistici sul territorio per aprire processi partecipativi e progressivi che si confrontino fra loro. In Toscana la Valle dell’Arno è ormai terrificante, e la campagna lo sta diventando. La situazione dei centri storici è disastrosa, ma la cosa peggiore è devastazione del bacino di Carrara e delle sue montagne, soprattutto da quando sono state fatte uscire dal Parco regionale». Secondo l’urbanista, non è vero che il paesaggio toscano va bene: «Va maluccio, la legge regionale 5 sull’urbanistica ha portato in dieci anni un eccessivo consumo dei suoli e delle risorse naturali. Basta guardare le foto aeree per rendersene conto, qualcosa va ripensato».
Non distante da questa impostazione il presidente fiorentino di Italia Nostra, Leonardo Rombai: «E’ necessario sensibilizzare gente al paesaggio, è l’eredità della storia per vari aspetti. La Toscana è fatta di paesaggi tipici, è necessario definire tutte le piccole regioni contenute in essa». Da qui, un giudizio duro sulle istituzioni locali: «Una cosa sono le belle leggi regionali e una cosa sono le politiche delle amministrazioni locali che vanno ben al di là dei limiti previsti in quelle leggi. C’è una pratica amministrativa distorta che guarda al consumo del territorio».
Nella sua introduzione, Edoardo Zanchini, della segreteria nazionale di Legambiente, aveva sostenuto la necessità di affiancare ai piani strutturali veri e propri «piani paesistici». «Legambiente non dice no a tutto – ha puntualizzato Zanchini – dice che c’è un’altra chiave di sviluppo. Il futuro italiano passa dalla qualità per l’urbanistica e per il paesaggio».
Secondo il direttore di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza quella della Toscana à una situazione «a luci e ombre». «Abbiamo infatti l’impianto normativo regionale più coerente e avanzato del Paese – spiega – ma anche il fiorire di una acuta conflittualità ambientale-territoriale-urbanistica, che certamente non ci fa onore. Ci riserviamo di valutare attentamente le disposizioni prescrittive del Piano di indirizzo territoriale regionale, in attesa che anche da noi si avvii il procedimento del nuovo Piano Paesaggistico. Occorre più coraggio e più nettezza nelle scelte di governo del territorio. Più tutela dei beni paesaggistici minori, maggiore attenzione alla conservazione dei corridoi ecologici nei pressi delle grandi aree metropolitane. Meno imbarazzi e meno reticenze nella denuncia della pressione che oggi la grande lobby del cemento avanza verso tanti comuni toscani: dalla costa alle isole, dalla Versilia alla piana fiorentina».

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