[16/11/2006] Comunicati

Fontana: «Bottino ecomafiosi pari a quello grandi multinazionali»

ROMA. Partirà domani a Roma, e andrà avanti sino a domenica, la prima edizione di Contromafie, gli Stati generali dell’antimafia, organizati da «Libera», l’associazione di associazioni contro le mafie. Saranno tre giorni di incontri, di confronti, di elaborazioni e di proposte per fare il punto sullo stato della lotta alle mafie, tenere gli occhi aperti per costruire giustizia, in un momento in cui la minaccia rappresentata dal potere illegale e violento di queste organizzazioni criminali è particolarmente insidiosa e pone nuove interrogativi.

«Libera» invita gli esponenti della politica e dell’economia, dell’informazione e della cultura del nostro paese a ragionare insieme sulle nuove strategie da mettere in atto per combattere le mafie, a partire dalle tante esperienze positive che, in questi ultimi decenni, il reticolo dell’associazionismo antimafia è stato capace di attuare.

Libera promuove questo incontro nazionale per offrire il giusto riconoscimento alle tante persone, alle molte associazioni e realtà che hanno continuato, in questi anni, a resistere allo strapotere e alla violenza criminale, contribuendo a costruire un paese più giusto. Con la convinzione che il modo migliore di ricordare quanti hanno perso la vita facendo il proprio dovere istituzionale e/o di semplici cittadini sia di costruire nuove possibilità di crescita civile e di sviluppo sano e continuativo.

Gli Stati generali dell’antimafia sono finalizzati all´elaborazione di strategie di lotta non-violenta e democratica contro la cultura e il dominio mafioso del territorio, e ad individuare forme di resistenza alle sue infiltrazioni nel tessuto sociale, economico e politico. Il messaggio degli Stati generali è duplice, inevitabilmente negativo (Contro) ma soprattutto positivo (Per).

I ´contro´ sono rivolti alla mafia, e più precisamente a tutte le mafie, alla corruzione politica e agli intrecci clientelari che alimentano gli affari delle organizzazioni criminali e il malcostume.
I ´per´ sono invece declinati verso la costruzione di percorsi di libertà, cittadinanza, legalità, giustizia e solidarietà.
Sei saranno i grandi temi di riferimento (libertà, cittadinanza, informazione, legalità, giustizia, solidarietà) su cui i diversi soggetti, istituzionali e non, chiamati a partecipare saranno invitati a costituire occasione di lavoro per il futuro.

Ciascuna delle sei aree tematiche sarà suddivisa in gruppi di lavoro, dai quali dovranno emergere le idee e le proposte per costruire i documenti finali,che costituiranno la traccia di lavoro futuro di Libera. Le elaborazioni dei gruppi di lavoro dovranno poi trovare sbocco in progettualità condivise a diversi livelli con le realtà della politica e delle istituzioni, dell’economia, della cultura e dell’informazione, nell’ottica di una collaborazione che nasca dalla condivisione di alcuni principi fondamentali.

Principi, che ruotano attorno alle finalità che danno nome e contenuto alle sei macroaree (per una parola di libertà, per un sapere di cittadinanza, per un dovere di informazione, per una politica di legalità, per una domanda di giustizia, per una economia di solidarietà).

Legambiente, che aderisce attivamente a Libera, curerà in particolare il gruppo di lavoro dedicato alle ecomafie all’interno dell’area “Per un’economia di solidarietà”. Nel gruppo di lavoro sono previsti interventi di esperti sui temi del traffico di rifiuti, cemento illegale, racket degli animali ed archeomafia.

«Il vento dell’illegalità ambientale nel mondo – spiega il responsabile Ambiente e Legalità di Legambiente, Enrico Fontana - è sempre più forte, arricchisce i criminali e, soprattutto, ammorba ogni angolo del pianeta. L’ecomafia è per definizione un business internazionale: non si ferma dinanzi ai confini nazionali, ma piuttosto ne sfrutta le segmentazioni legislative, le lentezze burocratiche, le zone d’ombra. E mentre i singoli Paesi sparano con la fionda, l’ecomafia si pasce e accumula capitali enormi. Il bottino degli ecomafiosi è pari a quello delle più grandi multinazionali. E i rischi per loro pochi, praticamente nulli».

I dati più allarmanti riguardano i traffici internazionali di rifiuti: i rifiuti prodotti in Europa possono fare il giro del mondo e poi finire in Africa o in Asia, quelli statunitensi in Australia e America del Sud, quelli prodotti in Belgio possono transitare dall’Italia, dalla Grecia e finire in Romania o in Germania e così via. Un giro d’affari che si aggira sui 15 miliardi di euro l’anno solo per ciò che concerne i rifiuti pericolosi.

«Il gruppo di lavoro – ha aggiunto Fontana – si realizza nella necessità di rafforzare il versante strategico della prevenzione. È quindi il momento di lavorare insieme per dare voce a quell’Italia fatta di persone e realtà che vogliono portare il loro contributo, che hanno il coraggio della parola e della denuncia e vogliono fare la propria parte fino in fondo».

Gli auguri di buon lavoro sono giunti anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha dichiarato che «per combattere le mafie serve una grande mobilitazione della società civile».

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