[08/11/2006] Acqua

Rocchetta, acqua «leggera» impatto «pesante»

PERUGIA. Certo l’acqua sarà anche «leggera» ma l’impatto ambientale appare pesante. Così almeno la pensa il Comitato di cittadini che lotta dal 1993 per la tutela del Rio Fergia dallo sfruttamento delle sue acque da parte di Rocchetta SpA. Eppure allora è stato firmato un protocollo d´intesa tra Giunta Regionale dell´Umbria, Comune di Gualdo Tadino, Comune di Nocera Umbra e Comitato tutela Rio Fergia che stabiliva il prelievo massimo dal fiume a 28 l/s di cui 20 da destinare alle utenze di Nocera Umbra e 8 a quelle di Gualdo Tadino.

Quando si tratta di concessioni di acqua pubblica si sa che la responsabilità non è dei privati. Infatti nel 2003 la Regione Umbria ha conferito alla Rocchetta SpA il permesso di ricerca per l´ulteriore sfruttamento di acque minerali in un territorio di circa 290 ettari così da permettergli di scavare un pozzo di circa 500 m. (il pozzo di Corcia) che ricade all´interno del bacino di alimentazione della sorgente del fiume.

L’Arpa dell’Umbria ha confermato tutto, ma i cittadini del posto i sospetti li hanno avuti immediatamente quando l’acqua del fiume ha cambiato colore passando dalla trasparenza al marrone schiumoso a causa dei solventi e materiali chimici usati nello scavo del pozzo. Il Comitato per la salvaguardia del fiume ha evidenziato alla Regione che l´area concessa alla Rocchetta rientra in un bacino carbonatico da cui sorge il Rio Fergia che va ad alimentare il fiume Topino, d´importanza regionale; che lo stesso bacino carbonatico interessa un´area appenninica sul versante umbro e marchigiano, nel quale partono tre acquedotti pubblici dei comuni di Nocera Umbra, Gualdo Tadino e Fabriano; che il D.Lgs. 152/99 vieta ulteriori attingimenti da bacini già sfruttati per uso idropotabile.

Ma le argomentazioni sembra che non siano state sufficienti se la Regione Umbria con una recente delibera di giunta del 27 settembre scorso, modifica il regime dei prelievi dal piccolo fiume togliendo, nei 3 mesi estivi, 7 degli 8 l/s destinati a circa 240 utenze del Comune di Gualdo Tadino, per concederli alla Idrea Srl (soc. collegata alla multinazionale Rocchetta Uliveto), mentre per i restanti 9 mesi invernali concede alla società di prelevare fino a 12 l/s violando il protocollo d´intesa del 1993. La protesta dei cittadini così si è spostata in piazza ed in consiglio regionale dove una delegazione del comitato ha chiesto fermamente il ritiro della delibera e di non cedere il piccolo corso d’acqua, il territorio, l’ambiente alle pretese della multinazionale Rocchetta.

Nelle prossime settimane la Regione ha promesso un consiglio ad hoc. La battaglia continua.

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