[07/11/2006] Consumo

Alberi di Natale: saranno pochi e cari

ROMA. Gli alberi di Natale quest’anno saranno pochi e costeranno più cari, il 10/15% in più del 2005. Per la Confederazione italiana agricoltori (Cia) tutto dipenderebbe dalla Danimarca, che esporta in Europa il 90 per cento della sua produzione di 10 milioni di alberi ed è maggiore produttore ed esportatore europeo, dove ora gli abeti natalizi scarseggiano.

«Un problema – dice la Cia - che si riscontra anche in altri paesi Ue che producono alberi di Natale. Infatti, anche Germania, Francia e Austria annunciano una drastica riduzione della produzione. Per quanto riguarda l’Italia, la produzione nazionale di alberi di Natale si annuncia minore rispetto al 2005. Comunque, gli alberi “nostrani” non soddisfano la richiesta interna e, come è avvenuto per gli anni passati, si dovrà ricorrere ad una massiccia importazione di alberi “stranieri”, che riguardano il 45 per cento degli acquisti».

Il forte calo produttivo dipenderebbe dal fatto che i produttori nordeuropei hanno diminuito la messa a dimora di nuovi alberi dopo che la super produzione degli anni 90 aveva fatto diminuire i prezzi.

Così probabilmente ci sarà rincaro dei prezzi: «un albero di Natale di dimensioni normali – precisa la Cia - potrà costare tra i 20 e i 45 euro. Ovviamente, il costo cresce se si è in presenza di un albero che supera i due metri di altezza». Ma il problema alberi di Natale si presenterà anche nei prossimi anni. Infatti, solo dal 2005 in Danimarca si sono piantati alberi di Natale “Nordman”, la qualità migliore, e le piante utilizzabili saranno pronte solo fra 6-7 anni.

Un problema per reperire i 6 milioni gli alberi di Natale “naturali” che verranno addobbati nelle case italiane, proprio mentre gli alberi artificiali cedono nuovamente il passo a quelli naturali considerati più in sintonia con la festa. La Cia informa che gli abeti prodotti per gli addobbi natalizi «vengono, per la maggior parte, coltivati in terreni particolari, difficili e collinari proprio per tutelare l’assetto idrogeologico, evitando così frane e smottanti. Il ricambio è, infatti, continuo. Molti sono anche i vivai che producono questi alberi, i quali hanno una propria etichetta di garanzia. C’è da rilevare che esistono anche forme di “affitti” dell’albero che, una volta finite le feste, vengono regolarmente reimpiantati nel suo habitat naturale».

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