[07/11/2006] Energia

Pecoraro Scanio vuole due conferenze nazionali su energia e clima

ROMA. Il ministro dell’ambiente è molto preoccupato per le notizie che vengono dalla Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici e pensa che l’Italia debba fare di più: «è evidente che serve una svolta nelle politiche per contrastare i cambiamenti climatici – ha detto il ministro Alfonso Pecoraro Scanio (nella foto) - e in questo anche l’Italia ha un ruolo importante da giocare. Per questo ritengo necessario che nel 2007 si tenga una conferenza nazionale sul clima così da poter avviare un confronto di profilo internazionale e istituzionale, coinvolgendo Parlamento, enti locali e mondo economico e associativo. In quella sede dovremo discutere non solo del taglio delle emissioni di CO2 ma anche di adattamento ai cambiamenti in corso. Per il resto confermo di ritenere quantomai opportuna la convocazione anche di una conferenza nazionale sull’energia e in questo senso ho già sollecitato il presidente Prodi e il ministro Bersani».

E in aiuto del ministro si muove subito il suo partito: « Cina, India, Usa e Australia rivedano le loro posizioni che compromettono il futuro del Pianeta – dicono il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli e la rappresentante in commissione ambiente della Camera Grazia Francescato - L’intenzione del ministro dell’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio di convocare una conferenza nazionale sul clima è molto positiva ed è fondamentale che il governo italiano, dopo i cinque anni di Berlusconi, assuma un ruolo importante nella comunità internazionale per contrastare i cambiamenti climatici in atto».

«Dopo il rapporto Stern – dicono Francescano e Bonelli - è ormai chiaro che le politiche economiche e le culture politiche di ispirazione liberale o riformista, devono riconsiderare le loro posizioni ed assumere concretamente la questione ecologica come una priorità. Blair lo ha già fatto, aprendo la strada ad un dibattito che il centrosinistra, anche in Italia, dovrà affrontare al più presto».

Per i verdi «è necessario un patto mondiale sul clima che non può prescindere da una diversa concezione dell’economia. L’Italia ridurrà le emissioni di Co2 ma è necessario cambiare la politica energetica, dei trasporti, del territorio, sinora regolate da una logica di voracità».

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