[06/11/2006] Recensioni

La recensione. Le piogge intense in Toscana - di Sergio Pinna

Questo libro su Le piogge intense in Toscana, pubblicato dalla Felici Editore per conto dell’Istituto di Ricerca sul Territorio e l’Ambiente “Leonardo” di Pisa in concomitanza con il quarantennale dell’alluvione del 1966, si basa sull’analisi statistica della serie storica dei dati del servizio idrografico nazionale relativi alla Toscana.

Le conclusioni della approfondita ricerca di Sergio Pinna, docente di geografia applicata all’Università di Pisa, sono che contrariamente a quanto si crede, dal 1920 ad oggi i fenomeni di forte piovosità sono complessivamente diminuiti nella nostra regione e che in città piove di più che in campagna.

Nella ricerca sono stati considerati per 53 stazioni i massimi annui di pioggia in 1, 3 e 24 ore; inoltre, di sette località sono stati anche esaminati tutti i dati di pioggia giornaliera nel periodo 1921-2003 e ciò ha permesso appunto di cogliere una riduzione della frequenza degli eventi violenti. Analogamente, le serie temporali relative al numero di giorni nell’anno con precipitazioni di oltre 40 mm evidenziano dei trend moderatamente negativi.

Un lavoro ben documentato dunque, che confuta esplicitamente quelle teorie, fin troppo accreditate nel mondo dell’informazione, che indicano una marcata intensificazione delle piogge in Toscana.

Perché allora – viene da chiedersi – ci troviamo spesso di fronte ad episodi alluvionali che quasi ogni anno interessano varie località della Toscana? Evidentemente, se così stanno le cose, essi non possono essere spiegati soltanto con l’eccezionalità delle piogge e con l’argomento generale del cambiamento climatico. Dobbiamo invece riconoscere che i danni provocati dalle acque sono piuttosto la conseguenza di modificazioni apportate nel tempo al territorio, che lo hanno reso più fragile e vulnerabile: urbanizzazione di luoghi a rischio idraulico, abbandono del territorio rurale, scarsa manutenzione del suolo.

Ciò ha determinato una crescente disattenzione per l’interesse collettivo e la manutenzione del territorio: non solo di quella idraulica in senso stretto (fossi, canali, ponti, ecc.), ma anche di quella complessa rete di micro infrastrutture costituita da strade vicinali e poderali, siepi, argini, fossette, prode alberate, colture promiscue, ecc. che nell’insieme facevano della campagna un ambiente in grado di reggere il confronto con le avversità climatiche.

Il cambiamento climatico è certamente un tema di grande rilievo a livello planetario; ma i dati di questo volume rendono evidente, pur senza entrare nell’argomento, che oggi è in primo luogo il territorio a non tenere, a non sopportare più i picchi di piovosità. Come dire che il territorio è stato reso più vulnerabile da decenni di uno sviluppo poco attento alle questioni ambientali.

Una parte del volume è dedicata all’analisi di alcuni episodi specifici, come le piogge del 1930 in Val di Cecina, quelle di Carrara e di Massa dell’ottobre 1949, il nubifragio dell’agosto 1966 nel Pisano, le grandi piogge alluvionali dei primi di novembre 1966, ecc. Un confronto tra le stazioni idrografiche di Pisa, di San Rossore e di Coltano consente inoltre a Pinna di verificare l’incidenza del fattore urbano, cioè che sulle città tende ad accrescersi l’intensità delle piogge, prevalentemente a causa del crearsi delle “isole di calore”.

Una ricca appendice con le serie dei dati analizzati costituisce un altro pregio del volume, che termina indicando l’importanza per la pianificazione territoriale di disporre di informazioni dettagliate sui vari aspetti delle precipitazioni intense. Esso è quindi al tempo stesso un utile strumento di conoscenza e un monito per le politiche del territorio ai fini della prevenzione di eventi drammatici e della mitigazione dei vari tipi di rischio idrogeologico.

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