[06/11/2006] Urbanistica

Asor Rosa, gli ambientalisti, Rutelli e il dopo Monticchiello

SIENA. Asor Rosa, con una lettera inviata alle associazioni ambientaliste ed ai comitati, tira un primo bilancio della manifestazione del 28 ottobre Monticchiello. «Penso che la si debba considerare una tappa importante – scrive il noto intellettuale - di un percorso da lungo tempo iniziato e destinato a concludersi non tanto presto. La galleria di situazioni presentate, a partire da quella di Monticchiello, ha evidenziato una generale situazione di carenze legislative, abominii amministrativi e sordità politiche. Materia di riflessione ce n’è a non finire. Penso che la presenza in forze di tutte le grandi Organizzazioni ambientaliste a quell’appuntamento sia da considerare un fatto positivo».

Per Asor Rosa è da valutare positivamente anche la nutrita partecipazione del ministero per i beni e le attività culturali e «l’intervista resa da Francesco Rutelli a “la Repubblica” il 1° novembre si direbbe quasi la naturale conseguenza del convegno di Monticchiello e contiene in sé molti punti interessanti e da prendere in considerazione».

Il materiale consegnato al convegno «è imponente. Lo passeremo alle organizzazioni ambientaliste, e lo studieremo» spiega Asor Rosa e promette che «vi comunicheremo comunque nei prossimi giorni le piccole idee che ci saranno nel frattempo venute in mente e insieme faremo qualche piccolo progetto per rispondere alle vostre irrinunciabili richieste».

E intanto le associazioni ambientaliste intervengono sull’intervista a Rutelli citata da Asor Rosa e chiedono al ministro di «portare fino in fondo l’indagine su Monticchiello e piani paesistici veri per la Toscana e per tutte altre regioni». Secondo Fulco Pratesi, presidente Wwf, Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente Fai, Roberto Della Seta, presidente Legambiente, Vittorio Emiliani, presidente Comitato per la bellezza, dal convegno di MOnticchiello è emersa una richiesta unanime: «la regione Toscana rediga, al più presto stavolta, il suo Piano paesistico in modo dettagliato, approfondito e impegnativo, secondo quanto prescrive il Codice dei beni culturali e del paesaggio».

L’intervista del ministro Francesco Rutelli sui problemi del suo ministero trova concordi gli ambientalisti «nel sottolineare la indispensabilità e l’urgenza dell’adozione del Piano paesistico regionale: per la Toscana – che il ministro considera, in tal senso, un laboratorio – e per tutte le regioni italiane».

Ma le associazioni chiedono a Rutelli di vigilare «affinché non abbia a ripetersi l’esperienza successiva alla legge Galasso del 1985 allorché numerose regioni non rispettarono i tempi dettati dalla legge medesima e, di fatto, non vollero redigere né tantomeno approvare i piani previsti. Occorre però rammentare che fino al 1° maggio 2008, termine ultimativo per l’adeguamento della pianificazione paesaggistica regionale alle disposizioni del Codice quanto a contenuti, efficacie, ambito di riferimento, le Soprintendenze possono ancora “annullare” (per motivi non soltanto di legittimità, ma anche di merito) le autorizzazioni paesaggistiche già rilasciate sia dalle Regioni, che dai sub-delegati comuni». Infatti il Codice dei beni culturali ammette la sub-delega ai comuni solo dopo che «i Piani paesaggistici regionali saranno stati formati d’intesa con il ministero per i beni e le attività culturali e con il ministero per la tutela dell’ambiente e del territorio, e gli strumenti urbanistici comunali saranno stati adeguati a tali piani paesaggistici».

Quindi per Wwf, Legambiente, Fai, Comitato per la bellezza ha ragione Rutelli a chiedere unaa stretta cooperazione fra regioni e soprintendenze per evitare «preventivamente altri scempi ad un paesaggio e a centri storici purtroppo sempre più feriti dalla febbre edilizia in corso. Ma, ai sensi del Codice dei beni culturali, resta a tutt’oggi intatta la competenza, sia del ministero per i beni e le attività culturali, che della regione, di ordinare la sospensione di qualsiasi lavoro iniziato su qualsiasi immobile, anche non previamente “vincolato”, che sia “capace di recare pregiudizio al paesaggio”».

Per quanto si sta costruendo a «Monticchiello, e in numerose altre località della Toscana e nel resto d’Italia, deve quindi rimanere ben fermo l’impegno ad una penetrante valutazione della congruità degli edifici, non solo ai permessi a costruire, ma comunque ai valori paesaggistici da salvaguardare e quindi all’assunzione di provvedimenti conseguenti. Al ministro Rutelli – concludono i 4 presidenti - chiediamo inoltre di vigilare seriamente sulla costituzione entro il 31 dicembre prossimo delle commissioni sovracomunali o di ambito provinciale previste dal Codice Urbani-Buttiglione (a tutt’oggi non avvenuta), nonché di esercitare con forza gli altri poteri che il Codice dei beni culturali e del paesaggio attribuisce al ministero prima, durante e dopo la formazione dei Piani paesaggistici regionali».

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