[02/11/2006] Urbanistica

Sargentini su difesa suolo: «Basta rincorrere le emergenze»

FIRENZE. Anche la Regione Toscana attraverso la voce di alcuni suoi dirigenti è intervenuta alla «1a Conferenza per la gestione unitaria della bonifica e difesa del suolo» che si è svolta a Firenze. Paolo Matina, dirigente dell’area tutela dell’acqua e del territorio, ha introdotto il suon intervento partendo dagli aspetti normativi: «Il decreto 152 del 2006 sulle norme ambientali, da noi ritenuto carente in molti aspetti, è fermo dopo la stesura fatta nella scorsa legislatura. Ora si stanno facendo i decreti correttivi ma appare ancora insufficiente l’integrazione della difesa dei fiumi con la difesa dai fiumi».

«In Regione Toscana - continua Matina - abbiamo cercato di colmare questa lacuna con la pianificazione, il coordinamento tra gli enti preposti, l’integrazione e la concertazione, sapendo che i problemi, e qui il paragone è calzante con l’argomento che tocchiamo oggi, vanno risolti a monte. Abbiamo un vuoto di risorse per la manutenzione straordinaria e un degrado diffuso sul territorio, sul reticolo idrografico minore, che è di notevole rilievo ma mediaticamente fa più notizia Monticchiello. Se si attua una politica vera di fesa del suolo- conclude Matina - si tutela anche il paesaggio».

L’importanza di avere una gestione nei comprensori di bonifica che implica responsabilità e tutela del territorio, è sottolineata da Edoardo Fornaciari, dirigente del settore attività di bonifica della Regione Toscana: «Vorrei sottolineare l’importanza che hanno i consorzi di bonifica e le comunità montane nella funzione di presidio e nella gestione del reticolo idrografico senza tra l’altro pesare sulla finanza pubblica. Quello che chiediamo è maggiore integrazione e coordinamento tra enti, ben venga a tal proposito il protocollo d’intesa tra Urbat e Uncem e maggiori risorse per la manutenzione straordinaria perché non la possiamo fare pagare direttamente ai cittadini con i contributi».

Con estrema convinzione riprende il ragionamento sull’integrazione Maria Sargentini dirigente del settore tutela del territorio e delle coste della regione: «E’ necessario fare sistema ad una condizione: che ciò non voglia dire volontarismo ma riconoscimento di ruoli e funzioni diverse sapendo di intervenire in sistemi complessi come quelli ambientali in cui sono intervenute le modificazioni antropiche. Con gli interventi e le opere di messa in sicurezza non si sottrae territorio ma semmai si restituisce un territorio più sicuro per sviluppare anche le funzioni. Dobbiamo smetterla – continua Sargentini - di rincorrere le emergenze perché qualcuno si muove sul territorio in un certo modo sapendo che altri mettono a posto i danni. E’ necessario dare maggior consistenza agli strumenti regolatori per rendere più efficiente la prevenzione e la manutenzione».

A nome dell’Anci è intervenuto il sindaco di Tavarnelle Val di Pesa Stefano Fusi. L’esponente dell’associazione nazionale dei comuni ha ribadito l’importanza dei consorzi di bonifica e delle comunità montane per la difesa del reticolo idrografico minore, ha valutato in modo positivo la legge regionale 38/2003 che “lega” ancor di più i consorzi agli enti locali «è un ancoraggio sociale e politico sono in sostanza gli enti locali che gestiscono in forma indiretta» anche se secondo Fusi si doveva avere più coraggio nel rapporto con le autorità di ambito ottimali che gestiscono le acque. Il sindaco si è poi soffermato sulle cose che non vanno «non ci sono solo aspetti positivi ma è necessario evidenziare alcune criticità. Intanto la natura del tributo che è ancora ancorato al bene e non adeguato alla tutela del territorio che rappresenta invece un interesse diffuso. Bisognerebbe poi fare una riflessione sulla natura degli enti, rivedere i confini geografici dei comprensori definiti ormai 12 anni fa andando probabilmente verso accorpamenti».

«Per quanto attiene il testo unico di difesa del suolo - continua Fusi - se non intervengono cambiamenti a livello nazionale rischiamo di perdere tempo. Mi concentrerei di più sul consolidamento i degli enti, delle strutture e delle attività. E’ necessario attivare un tavolo specifico coinvolgendo le autonomie locali - conclude Fusi - per sviluppare l’attività di pianificazione in modo adeguato e trovare le risorse necessarie per le nuove opere da effettuare sul reticolo cosiddetto minore che non hanno oggi canali sufficienti di finanziamento»

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