[31/10/2006] Urbanistica

La cementificazione di Firenze-Castello va avanti

FIRENZE. Tra gli scempi urbanistici toscani, viene annoverato anche il caso della piana di Castello a ridosso dell´aeroporto di Peretola, inserito nel corposo elenco su suggerimento di Ornella De Zordo consigliere di Unaltracittà/Unaltromondo: «A Firenze si sta preparando una delle più grandi operazioni immobiliari in Italia, un grande affare per la Fondiaria-Sai di Salvatore Ligresti, con un accordo che vede protagonisti la Regione Toscana, la Provincia e il Comune di Firenze, tutte amministrazioni di centro-sinistra. E´ il piano di Castello, un´operazione di speculazione nell´ultima area verde di Firenze, con una volumetria di nuovo edificato pari a 1 milione e 400 mila metri cubi di cemento nei 168 ettari a nord-ovest della città, a fianco della pista dell´aeroporto di Peretola, tra l´autostrada del Sole e la ferrovia».

La storia del piano di Castello parte da lontano. La variante urbanistica "Fondiaria" (residua dell´operazione "Fiat-Fondaria", che vide nel giugno 1989 il "no" della famosa "telefonata di Occhetto") è stata approvata dal Consiglio Comunale di Firenze nel marzo 2004 e la convenzione con Fondiaria è stata concordata e sottoscritta nel gennaio scorso. L´investimento da parte di Fondiaria-Sai è di circa un miliardo di euro per la realizzazione, prevista nei prossimi 10-15 anni, della nuova scuola dei Carabinieri, già avviata, dei nuovi uffici di Regione e Provincia, abitazioni, negozi, due alberghi, strade, piazze, scuole, impianti sportivi, e con un parco pubblico di 80 ettari funzionale per vincoli aeroportuali e per mitigazione dell´inquinamento acustico della vicina pista dell´aeroporto.

Secondo Unaltracittà/Unaltromondo «si tratta di una cementificazione pesantissima che non risponde a nessuno dei bisogni e delle esigenze reali della città, come dimostra l´irrisoria previsione di alloggi di edilizia popolare (solo 158 su oltre 1000 previsti per l´edilizia privata). L´intervento, che viene a collocarsi in una area dall´equilibrio infrastrutturale, sociale e ambientale fortemente compromessa, saturerà l´unico corridoio ambientale che unisce le colline del Monte Morello con l´Arno con ovvie ricadute sul clima e il ricambio d´aria all´interno della piana fiorentina».

Ma quali sono le responsabilità di Regione, Provincia e Comune secondo il gruppo di opposizione in consiglio comunale di Firenze? «I soggetti pubblici che hanno autorizzato la variante di Castello, contro il parere di grande parte della città, non sono committenti qualsiasi, in quanto l´intervento pubblico per decine e decine di milioni di euro risulta decisivo affinché l´operazione di speculazione sia promossa sul mercato immobiliare. Difficilmente sul ´libero mercato´ ci sarebbe stato qualcuno disponibile a costruire qualcosa a fianco della pista dell´aeroporto di Peretola, tra l´autostrada e la ferrovia, e con la panoramica del futuro inceneritore di rifiuti. Per questa immensa lottizzazione - continuano da Unaltracittà/Unaltromondo - non esiste in città richiesta di soggetti privati. Senza i soldi pubblici l´operazione Ligresti sarebbe rimasta al palo».

Secondo il quadro descritto sarebbe stato ribaltato il meccanismo di maturazione delle scelte urbanistiche (prima si dovrebbe appurare il bisogno diffuso poi adottare lo strumento urbanistico adeguato). In questo caso si è fatta prima la scelta (la macrolottizzazione) e poi ci si è adoperati a trovare la domanda in maniera da legittimarla a posteriori.

«Ricordiamo inoltre - concludono da Unaltracittà/Unaltromondo - che era in vigore la legge regionale 5/1995 sul governo del territorio, che richiedeva tassativamente una valutazione preventiva. È forse per evitare questa fastidiosa incombenza che nel piano strutturale del Comune di Firenze, attualmente in discussione, l´insediamento di Castello risulta come già costruito».

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