[26/10/2006] Energia

Fotovoltaico, Tar Lombardia dà ragione ai cittadini contro lo Stato

MILANO. Spesso accadono cose veramente singolari. L’ultima è accaduta in Lombardia. Dove i cittadini hanno vinto il ricorso al Tar contro lo Stato per lo sviluppo delle energie alternative, pulite e rinnovabili. La cosa curiosa però non è questa sentenza, ma perché si è arrivati al ricorso.

Andiamo per ordine. Il decreto del 2005 – spiegano Alessandro Tarducci e Iacopo Tozzi dello studio legale Cnttv di Firenze che ha avviato il ricorso – prevedeva la concessione di contributi erogati dal Grtn (Gestore della rete di trasmissione nazionale) a chi installava un impianto fotovoltaico proporzionale alla quantità di energia prodotta per venti anni dall’installazione, contributi che nel corso del tempo sarebbero stati rivalutati secondo gli indici Istat.

Inoltre il decreto del 2005 prevedeva che l’energia prodotta oltre al proprio consumo potesse essere venduta al gestore. Questo significava un doppio beneficio: da una parte risparmiare sulla bolletta, dall’altra guadagnare e vendere energia pulita ad altri con un bilancio risparmi/ricavi che portava ad ammortizzare la spesa dell’impianto in 6-7 anni, senza considerare l’incalcolabile guadagno ambientale.

Questa convenienza - ed era cosa buona - ha spinto tanti a intraprendere la via dell’energia rinnovabile. Anche a seguito del famoso blackout, del rincaro del petrolio e della nota vicenda sull´approvvigionamento del gas. A dicembre 2005 erano state giudicate ammissibili dal Grtn ben 9121 domande (provenienti praticamente da tutta Italia).

Ma poi, sempre secondo gli avvocati, tutto è cambiato: il nuovo decreto del febbraio 2006 e i successivi atti applicativi dell’Autorità per l’energia e per il gas prevedono che i contributi non saranno adeguati nel corso dei prossimi venti anni e per gli impianti più piccoli non sarà possibile vendere l’energia prodotta in surplus, ma solo conservarla per autoconsumo.

Il decreto è stato così impugnato per tutelare tutte quelle persone che avevano fatto domanda per accedere al fotovoltaico e che, sulla base delle novità introdotte dal nuovo decreto impugnato, si erano viste modificare le condizioni incentivanti, anche in maniera importante, rendendo di fatto il fotovoltaico un investimento non così appetibile e remunerativo come era stato indicato nel precedente decreto del 28.7.2005.

Il Tar ha annullando l´articolo 8 comma 1 del DM 6.2.2006 che non applicava, fra le altre cose, l´aggiornamento Istat delle tariffe incentivanti a domande già presentate da oltre 9000 persone.

Al momento non sono state ancora diffuse le motivazioni della sentenza, «ma la decisione presa dal Tar della Lombardia – aggiungono gli avvocati - è un segno estremamente positivo».

Questa sentenza del Tar potrebbe inoltre accelerare i tempi del ricorso straordinario al Capo dello Stato, ancora pendente, presentato dai legali.

In teoria – concludono gli avvocati - sarebbero potuti ricorrere al Tar tutti i 9121 aspiranti possessori di impianto. Ma questa sentenza «potrebbe dare giustizia anche a chi non ha fatto ricorso».

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