[26/10/2006] Acqua

Quando la percezione della realtà si perde in un bicchier d´acqua

PISA. Il sondaggio condotto dalla Regione Toscana e dal Comune di Pisa nell’ambito del progetto Spera disegna una percezione della città da parte dei pisani ben diversa dalla “realtà” emersa dai dati di Ecosistema urbano, l’iniziativa di Legambiente e Ambiente Italia che da 13 anni stila una classifica dei 103 capoluoghi di provincia italiani sulla base di 25 macroindicatori ambientali.

Il sondaggio, al quale hanno partecipato anche i bambini degli istituti comprensivi comunali, ha svelato quali sono oggi le principali preoccupazioni di grandi e piccoli sull’ambiente: il 70% degli intervistati si è definito preoccupato dell’inquinamento acustico ed atmosferico, imputandone la responsabilità principale al traffico. Inoltre, i cittadini pisani pensano che il verde sia scarso. Quasi il contrario di quanto emerso appunto da Ecosistema urbano, che vede Pisa sesta in classiica nazionale e prima tra le toscane.

Ammettiamo quindi per un momento che la fotografia scatta da Legambiente sia realtà (anche se la stessa associazione ambientalista ha ammesso per esempio un errore sul calcolo delle polveri fini e di non aver tenuto conto degli studenti universitari che risiedono in città). Lo scarto tra realtà e percezione derivata dai dati del sondaggio (ammettiamo quindi anche che il sondaggio rappresenti un campione attendibile della popolazione), appare quindi enorme.

Anche secondo l’assessore comunale all’ambiente Paolo Ghezzi «il sondaggio ha rivelato un’inaspettata disinformazione sui problemi della città. Moltissimi sono infatti gli aspetti sottovalutati e molte le situazioni che, pur essendo in fase di soluzione, vengono percepite come tragiche. È necessario cambiare la percezione che i cittadini hanno, soprattutto modificando il modo in cui le informazioni vengono trasmesse. Occorre quindi che i dati scientifici siano accessibili a tutti, e che bambini ed adulti imparino ad accostarsi ai problemi del territorio non basandosi solo su giudizi personali e sensazioni individuali».

Un fenomeno su cui greenreport ha riflettuto più volte e gli esempi non mancano: l’elettricità e le auto elettriche sono pulite (certo, a patto che l’elettricità non sia prodotta da fonti fossili), l’acciaio è pulitissimo (come prodotto, ma il processo di produzione assolutamente no), l’inceneritore è negativo a prescindere ed è “il problema” (ma c´è chi lo considera “una delle soluzioni” al problema dei rifiuti che noi ogni giorno produciamo, e sempre di più).

Come dice anche Sustein nel libro Quanto rischiamo (vedi la sezione Recensioni di greenreport.it>) questo meccanismo non è del tutto insensato e ognuno di noi è portato a ricorrervi ogni giorno, ma avverte che può far commettere errori: «l’euristica (arte e tecnica della ricerca filosofica e scientifica) della disponibilità” (il fatto cioè che per alcuni rischi sia disponibile una informazione ridondante) spinge la gente a percepire certi rischi come più grandi (o più piccoli) di quanto siano in realtà.

E la categoria “rischi” confina molto spesso con altre categorie di percezione della realtà. Se quindi a Pisa la percezione è ben diversa da quanto appare la “realtà” (di Ecosistema urbano), nella stessa provincia si assiste a un balletto simile sulla questione acqua. In molte scuole negli ultimi anni le mense sono passate al biologico e all’uso dell’acqua del rubinetto, ma questa innovazione a Crespina sta creando diversi problemi.

Hai voglia di spiegare, dati alla mano, che l’acqua del rubinetto è controllata mediamente 4 volte di più di quella imbottigliata e che comunque non contiene i cianuri contenuti invece nell´acqua minerale e non dichiarati solo perchè sotto una certa soglia. Hai voglia di spiegare le analisi chimiche e chimico-fisiche delle acque che sgorgano dal rubinetto dei comuni della Valdera e del Valdarno inferiore.

Ai cittadini di Crespina (ma agli italiani in generale, che detengono il primato mondiale di consumo di acque minerali), quella del rubinetto non piace. Perché? «Perché – dicono le mamme sul forum aperto dal quotidiano il Tirreno – le nostre lavatrici sono piene di calcare. Come è possibile che l’acqua che esce dai rubinetti sia buona da bere?». E ancora. «A volte l’acqua di casa è marrone, con pezzi di ferro e altri residui strani. Siete sicuri che i nostri figli la possano ingerire in totale tranquillità?».

La percezione quindi, ancora una volta è diversa dalla realtà (quella riportate dalle analisi scientifiche): i residui di ferro e manganese che possono talvolta uscire dal rubinetto non sono né inquinanti né dannosi per la salute. Così come non lo è il calcio che incrosta di calcare le lavatrici e che anzi viene indicato agli anziani a cui si consiglia di acquistare acque minerali in bottiglia ricche di calcio per rinforzare le ossa. O il fluoro. Che secondo una ricerca recente presentata in Australia salvaguardava la salute dei nostri denti: ma negli ultimi anni l´abitudine a bere acqua in bottiglia povera di fluoro sarebbe la prima responsabile dell´amento dell’insorgenza della carie.

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