[19/10/2006] Rifiuti

Colucci (Fise) sul decreto correttivo: Il governo tornerà sui suoi passi

ROMA. «Un grande avvilimento, più che arrabbiati avviliti». Con queste parole il presidente di Fise Assoambiente Pietro Colucci (nella foto), commenta la proposta di decreto correttivo al testo unico sull’ambiente varata nei giorni scorsi dal consiglio dei ministri, discostandosi quindi non di molto dalle parole usate dal presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.

«Siamo avviliti – continua Colucci – perché se passasse quel testo lì avremmo un azzeramento delle grandi novità fondanti del testo unico».

Quali novità fondanti azzererebbe?
«Partiamo innanzitutto dal metodo: si era detto che queste modifiche sarebbero state fatte di concerto con le imprese di settore. Invece non siamo stati né consultati né ascoltati. Per quanto riguarda il merito ci sono almeno 3-4 elementi fondamentali da segnalare: il primo è il tentativo di recuperare l’affidamento diretto senza gare. Con questo decreto tutto politico e non giustificato non si farà altro che chiudere la porta in faccia ai privati lasciando campo libero alle aziende pubbliche.
Poi c’è l’allargamento delle materie prime seconde: in teoria potrebbe essere positivo ma in realtà si tratta solo di un tentativo confuso perché la norma reintrodurrebbe questo schema in modo non chiaro e difficilmente applicabile da parte delle aziende.
Terza questione l’assimilazione dei rifiuti, con la possibilità da parte dei comuni di dichiarare assimilati tutti gli speciali non pericolosi prodotti dalle industrie, quindi anche i sottoprodotti della lavorazione industriale. E questo significa sottrazione di tutta quella parte che costituiva un buon bacino di lavoro per le aziende che fanno attività di recupero. Infine il Cdr di qualità viene di fatto riconsiderato rifiuto a tutti gli effetti e quindi imprese come Pirelli ambiente che ha investito moltissimo nel cdr di qualità ora si vedrebbe castigata con la penalizzazione di tutta l’attività di ricerca. Insomma, speriamo che questo decreto venga modificato, perché così com’è avvantaggia solo il pubblico».

Ma non ritiene che la stretta sui produttori di fatto avvantaggi tutte le aziende della filiera dello smaltimento e del recupero? Voi di Fise Assoambiente non dovreste essere favorevoli?
«In parte è vero che questo decreto mette contro le due anime di Confindustria, perché la preoccupazione legata al vecchio decreto (la legge delega 152, ndr) era che sottraesse flussi di rifiuti alle imprese dello smaltimento. Ma paradossalmente con questa possibile correzione ci rendiamo conto che quando tutto è rifiuto allora nulla è rifiuto, e la situazione diventa ingestibile per gli smaltitori: non si può fare stoccaggio, i terreni scavati per l’alta velocità diventano subito rifiuti… gli esempi sono tanti e l’unica verità è che si tratta di un regime pesante e costoso».

Cosa accadrà quindi secondo lei?
«Io sono convinto che il governo tornerà a discutere su questo punto e tutto presto tornerà come prima. Purtroppo questo governo vuole lavorare solo sull’onda delle emozioni… in 4 mesi pretedono di fare modifiche dopo che Matteoli ha impiegato 4 anni per analizzare la situazione e poi costruire una legge competente».

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