[18/10/2006] Urbanistica

Gli abusi non ancora sanati non possono essere ristrutturati o ampliati

ROMA. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un imprenditore di Arzano (Na) che stava realizzando, attraverso una semplice dichiarazione di inizio di attività (dia), lavori di modifica ed ampliamento di capannoni abusivi che erano stati sottoposti a sequestro preventivo.

Si tratta di un caso non molto raro: si presentano le pratiche di condono e non si attende il risultato dell’iter burocratico ma si avviano altri lavori come se la richiesta di condono (o il condono stesso) fossero già un titolo di permesso a costruire ed ampliare.

Un´abitudine in effetti molto diffusa in un paese dove il condono di massa ha di fatto costituito la più grande variante urbanistica spontanea, imponendo al territorio una crescita disordinata e priva di infrastrutturazioni primarie che poi, dopo i condoni, vanno a carico dell’intera collettività.

La sentenza della Corte di Cassazione ha invece definitivamente sancito che «non è applicabile il regime di dia a lavori edilizi che interessino manufatti abusivi che non sono stati sanati né condonati, in quanto gli interventi ulteriori (sia pure riconducibili, nella loro oggettività, alle categorie della manutenzione straordinaria, del restauro e/o risanamento conservativo, della ristrutturazione, della realizzazione di opere costituenti pertinenze urbanistiche) ripetono le caratteristiche di illegittimità dell’opera principale alla quale ineriscono strutturalmente».

Ma la Cassazione vede nei lavori di “perfezionamento” di strutture abusive (in questo caso si trattava di soppalcature, migliorie strutturali, ripristini e restauri), oltre che ad un aumento del carico urbanistico, anche «la perpetuazione dell’illecito amministrativo sanzionato dall’art. 221 del T.U. delle leggi sanitarie (divieto di abitare gli edifici sforniti di certificato di abitabilità)» che apre ben altre considerazioni sulle centinaia di migliaia di abitazioni e strutture abusive che, mai giunte alla definizione del condono (o condonate e poi ampliate), continuano ad ospitare tranquillamente abitanti, ospiti e maestranze.

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