[18/10/2006] Rifiuti

La Cartiera Lucchese e Il rifiuto del rifiuto da rifiuto

LUCCA. Lo scenario lucchese rappresenta bene le contraddizioni che contraddistinguono il governo dell’ambiente. A Diecimo c’è un’azienda, la Cartiera Lucchese (il famoso marchio Lucart), che tra le sue attività ha la produzione di carta riciclata. Per farlo utilizza i maceri della raccolta differenziata, ma per produrre dai maceri un chilo di carta ecologica ottiene da 0,2 a 0,4 Kg di fanghi oltre agli scarti di selezione (pulper).

I fanghi possono prendere tre strade diverse: l’incenerimento con il recupero di energia; la discarica, oppure l’utilizzo per i cosiddetti "ripristini ambientali", ovvero la miscelazione di questi fanghi con altre terre per riempire cave. Una soluzione che costa in termini ambientali (per esempio le emissioni per trasportare i fanghi a centinaia di chilometri dal luogo di produzione), ma comporta anche il rischio di finire in giri di smaltimento strani se non illeciti (un po’ di tempo fa per esempio finirono sotto sequestro alcune cave in provincia di Viterbo dove andavano anche i fanghi lucchesi).

Di qui la necessità per l’azienda di Diecimo di costruire una centrale a biomasse che consentirebbe di bruciare i fanghi ricavandone energia ma soprattutto di controllare in home il loro smaltimento.

Dall’altra parte ci sono i comitati, che sostengono di vivere in una zona già densamente industrializzata e fortemente inquinata, e che quindi non vogliono sentire parlare di un nuovo inceneritore. Che in effetti tale sarebbe. E che seppure si dice che non dovrebbe emettere diossine (prodotte soprattutto dalla combustione della plastica ma assente nei fanghi di cartiera), emetterà sicuramente altre sostanze e polveri, come avviene in ogni processo di combustione.

Bisognerebbe allora valutare attentamente e confrontare l’impatto ambientale delle tre soluzioni. Il sindaco Francesco Poggi chiede quindi che, «visto che l’azienda come alternativa ha chiesto alla Provincia di individuare un sito per la discarica in cui per 15-20 anni possano portare i fanghi rinunciando alla centrale a biomasse, noi rilanciamo questa proposta e chiediamo anche noi alla Provincia di cercare un sito momentaneo fino a che in futuro non sia trovata l’alternativa, visto che le alternative ci sono anche se per ora queste strade non sono praticate perché troppo costose».

Risposta d’istinto inevitabile (e ovvia) del nuovo assessore all’ambiente Maura Cavallaro: «Sì, e poi quando abbiamo individuato il sito, il problema e le proteste si sposteranno in un altro comune, con un altro sindaco e un altro comitato. Per fortuna la fase preliminare della procedura di Via ci dà tempo fino al 31 dicembre per trovare delle soluzioni – aggiunge l’assessore Cavallaro – intanto il 31 ottobre sarò in visita alla cartiera insieme ad alcuni tecnici e spero a qualche rappresentante dei comitati».

L’assessore Cavallaro ammette quindi di essersi rivolta anche al suo omologo regionale Marino Artusa «perché ritengo che i fanghi prodotti dalle cartiere del distretto lucchese siano tanti (basterebbe vedere la stima contenuta nel Piano regionale, ndr) e quindi che anche la Regione debba essere coinvolta in una riflessione generale per il loro smaltimento».

Infine il forum: «Dopo una pausa dovuta al passaggio di consegne in Provincia – spiega Cavallaro – il forum è tornato a riunirsi nei giorni scorsi. Devo dire che ho trovato buona disponibilità da entrambe le parti: i comitati si impegnano a cercare e proporre soluzioni alternative, ma anche l’azienda non si è tirata indietro, chiedendo però che agli eventuali progetti alternativi fosse affiancata anche una stima di costi».

Le contraddizioni quindi non mancano: a partire dal fatto che ad opporsi ad un’azienda che comunque ricicla, ci sono i comitati, gli stessi che ritengono che la raccolta differenziata debba essere spinta al massimo. E in questo senso appare difficile anche la prospettiva di aumentare la qualità del macero trattato dalla Lucart per ottenere meno scarti: questo significa che gli scarti “risparmiati” a valle della lavorazione ce li troveremmo comunque come scarti a monte della lavorazione.

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