[16/10/2006] Rifiuti

Tecnologie e pratiche della sostenibilità

MASSA. L’Asia, trainata dalle solite Cina ed India, è diventata il più grande produttore mondiale di carta con il 33% del totale, un dato che si riverbera sulle esportazioni europee, in calo del 4,5%, mentre nel vecchio continente aumenta del 3,9% l’importazione di prodotti cartari.
L’Europa mantiene invece il primato nel settore carta da macero: sono 7 milioni di tonnellate le esportazioni con un incremento di più del 33% proprio verso il paesi asiatici.

Si tratta dei dati forniti da Comieco nel corso della mostra internazionale delle aziende cartarie di Massa Carrara, relativi ad uno studio realizzato da Alessandro Marangoni, docente di “management delle utilities” all’università Bocconi di Milano, secondo il quale in Oriente esiste «un contesto estremamente favorevole per le imprese che vogliono fare business nel settore del recovered paper management, portando in India innovazione in termini tecnologici, organizzativi elogistici. Gli analisti si aspettano in questo paese una crescita del mercato della carta pari al 6-7% nei prossimi anni, grazie all’aumento degli imballi dei prodotti destinati all’export.

Un terreno estremamente fertile per imprese e sistemi produttivi che abbiano voglia di mettersi in gioco, organizzando per questo paese una filiera che vada dalla produzione al riciclo dei materiali». In india la raccolta ed il riciclo della carta è ancora agli albori: appena il 23% contro il 30% cinese ed il 70% europeo, «questa dunque la sfida degli operatori italiani – dice il Comieco - grazie ai risultati lusinghieri dell’intero comparto, l’aumento della raccolta differenziata che ha fatto raggiungere al nostro paese i risultati previsti dall’UE con un anticipo di 3 anni ed il conseguente aumento della produzione di macero destinato all’esportazione cresciuta del 21% - è possibile essere protagonisti sui nuovi mercati mondiali. Con una filiera (produzione e trasformazione) che ha un fatturato complessivo pari a circa 26 miliardi di euro».

Potremmo quindi, una volta tanto, esportare nei paesi in via di sviluppo tecnologie e buone pratiche collegate alla raccolta differenziata e al conseguente recupero di materia e di energia, che gli imprenditori cartari definiscono «elemento sempre più centrale per garantire la crescita dell’industria cartaria italiana». Questo anche per esportare un modello di recupero e riuso che è anche di risparmio energetico, visto che l’energia è al primo posto tra la voce “costi” della produzione di carta vergine e che invece, secondo i dati forniti da Comieco «produrre materia prima dalla carta da macero invece di cellulosa risulta essere particolarmente conveniente: dal -300% a -900% di impiego energetico, con una evidente maggiore competitività in termini economici ed ambientali". Senza dimenticare la percentuale di energia ulteriormente recuperabile riutilizzando gli scarti di processo invece di collocarli a discarica.

Torna all'archivio