[09/10/2006] Rifiuti

Rifiuti speciali e pericolosi, il piano desaparecidos

FIRENZE. I rifiuti speciali e pericolosi continuano ad essere ignorati da tutti nonostante che, per quantità e qualità, i possibili impatti superino di gran lunga quelli degli urbani. Greenreport pubblica gli stralci del Piano regionale vigente relativi agli obiettivi e alle azioni rimaste lettera morta.

Produzione pericolosi: 653.163 t/anno

Non Pericolosi: 5.583.951 t/anno

TOTALE 6.237.114 t/anno

Il totale dei dati della produzione di rifiuti pericolosi e non pericolosi pari a 6.237.114 t/anno è il dato preso a riferimento del Piano. Ai fini della pianificazione, in ogni caso, sono stati anche considerati i quantitativi totali di residui prodotti dal settore estrattivo che ammontano:

*) Residui di cava: 2.650.000 t/anno

TOTALE 8.887.114 t/anno

Gli obiettivi del Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali e speciali pericolosi sono:

- la determinazione di un quadro di conoscenze relative alla quali-quantificazione della produzione di rifiuti speciali anche pericolosi nel territorio regionale, anche attraverso ulteriori verifiche da effettuarsi in occasione della predisposizione dei Piani Provinciali di gestione;

- l’indicazione di modalità e processi di riduzione alla fonte della produzione di rifiuti speciali anche pericolosi;

- lo sviluppo di azioni di recupero-riutilizzo all’interno dei cicli di produzione anche attraverso incentivi all’innovazione tecnologica;

- l’innesco di rapporti orizzontali fra industrie e attività economiche diverse, finalizzati a massimizzare le possibilità di recupero reciproco degli scarti prodotti all’interno di ogni ATO;

- l’implementazione e/o la realizzazione di un’ impiantistica di gestione finalizzata alla riduzione della pericolosità dei rifiuti speciali anche pericolosi prodotti all’interno di ogni ATO;

- l’implementazione, l’adeguamento e/o la realizzazione di una adeguata impiantistica di smaltimento tesa a minimizzare il trasporto dei rifiuti (soprattutto fuori regione), a ridurre gli impatti e a offrire servizi economicamente vantaggiosi all’apparato produttivo della regione.

Con il presente Piano, in sintonia con la mutata normativa nazionale, l’impostazione viene sviluppata superando l’esclusiva attenzione sulle opzioni di smaltimento per addivenire alla centralità del concetto di gestione dei rifiuti prodotti sul territorio.

Tale concetto, pur comprendendo lo smaltimento, ne considera le relative operazioni e le medesime opzioni impiantistiche come forme residuali in una gerarchia di importanza che vede al primo posto la riduzione alla fonte, quindi il recupero all’interno del ciclo, il recupero esterno al ciclo (altre filiere) e il trattamento per la riduzione delle caratteristiche di pericolosità dei rifiuti destinati a smaltimento finale.

I contenuti del Piano dovranno interagire con quelli delle Province e delle Comunità di Ambito nelle forme e nei modi previsti dalla L.R. 25/98.

La scelta pianificatoria ha lo scopo di andare oltre la sola approvazione dei progetti e del rilascio delle autorizzazioni all’esercizio degli impianti deputati al trattamento e allo smaltimento della tipologia di rifiuti in questione. In tale contesto si individua la volontà di andare a far sì che ciascun Ambito Territoriale sia in grado di offrire servizi di riduzione della produzione, recupero, trattamento e smaltimento rifiuti speciali anche pericolosi in forma autonoma (anche attraverso accordi di programma con altri ATO). E’ infatti soprattutto attraverso l’offerta di un adeguato servizio che potranno emergere le contraddizioni evidenziate dall’esame dei dati disponibili (denuncia MUD). D’altra parte la scelta pianificatoria della Regione Toscana è tesa ad evitare la proliferazione non razionale di impianti, evitando però nel contempo il sottodimensionamento dell’offerta di servizi reali causa ricorrente dello sviluppo di forme non regolamentari e talvolta illegali di smaltimento.

Il Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali e speciali pericolosi, per le caratteristiche di natura tecnica in esso contenute, necessita nel tempo di specifiche fasi di aggiornamento per renderlo congruente da un lato con l’evoluzione tecnologica e normativa, dall’altro con le nuove conoscenze che potranno essere acquisite attraverso la realizzazione degli impianti di recupero, trattamento, smaltimento relativamente alle quantità e alle caratteristiche dei rifiuti realmente prodotti (si ricorda la presentazione della denuncia MUD da parte soltanto del 47 % delle imprese aventi tale obbligo).

Pertanto si procederà ad un aggiornamento di norma quinquennale anche sulla base dei dati, definiti a cura dell’A.R.P.A.T., che emergeranno dall’elaborazione dei dati MUD dei prossimi anni.

Il tracciante di fondo è il potenziamento e/o l’adeguamento dell’impiantistica esistente come scelta preferenziale a nuove localizzazioni di impianti oltre ai rigorosi criteri di salvaguardia ambientale previsti laddove questi si rendano necessari.

Ne deriva da ciò che dovranno essere:

Ø incentivate azioni di innovazione tecnologica finalizzata alla riduzione e al recupero dei rifiuti;

Ø incentivate forme di recupero (prioritariamente autorecupero rispetto al recupero in altri impianti produttivi);

Ø favorite forme di adesione a sistemi di gestione ambientale (anche limitatamente alla problematica rifiuti) in sintonia con il regolamento EMAS o, in alternativa, con le norme ISO 14001 o altri sistemi di gestione che le aziende volessero prendere a riferimento, tesi a ridurre la produzione dei rifiuti alla fonte, razionalizzare la raccolta, implementare le fasi di raccolta differenziata e attivare fasi di formazione del personale con lo scopo di raggiungere gli obiettivi fissati nella politica ambientale da parte della direzione;

Ø incentivate forme di defiscalizzazione del tributo per il conferimento agli impianti finali di smaltimento da parte delle imprese che svolgono attività di recupero.

Ø Promosse realizzazioni di impianti ad alta tecnologia finalizzati a garantire destinazioni finali certe ed economicamente convenienti per la gestione dei rifiuti derivanti dal comparto produttivo toscano.

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