[02/10/2006] Comunicati

Finanziaria: migliorabile, ma la direzione è giusta

LIVORNO. Quasi dieci ore di riunione nel consiglio dei ministri di venerdì scorso, ma tutto sommato potremo dire che ne valeva la pena. Questo in sintesi un primo giudizio sul disegno di legge per la finanziaria 2007 che passerà adesso al vaglio del parlamento. Una manovra da 33,4 miliardi di euro, che scontenta la destra che ha già annunciato gli impegni di piazza oltre a quelli di battaglia in parlamento, che ha riscosso il 110 e lode di Scalfari e che è vista come migliorabile da gran parte della maggioranza, che si dice comunque soddisfatta.
Con eccezione dell’ala più moderata che vede invece come elementi discutibili la reintroduzione delle tasse di successione e le nuove aliquote Irpef.

Una finanziaria che sicuramente introduce due elementi di discontinuità rispetto alle manovre finanziarie dei precedenti governi di centrodestra: una maggiore equità sociale e l’introduzione di misure volte a quel tanto sbandierato e mai praticato “sviluppo sostenibile”, che, ancorchè non certo esaustive, segnano comunque un punto di partenza.

Una maggiore equità sociale – che è invece l’elemento maggiormente criticato dall’opposizione –la si legge nella riorganizzazione dell’Irpef. Si prevede infatti l’introduzione di diverse fasce di applicazione delle aliquote, con l’aumento degli sconti per le fasce di reddito più basse e con maggiori detrazioni per i figli a carico. Saranno esentati i redditi fino a 8 mila euro su lavoratori single, che arriveranno sino a 15mila per i lavoratori con due figli e moglie a carico.

Rimane evidentemente ancora un grosso problema nell’individuazione dell’evasione fiscale (totale e parziale), prevedendo comunque il recupero di circa 7 miliardi di entrate su un ingresso tributario stimato in 13 milardi di euro: poco meno della metà quindi, ma che se dalla stima passasse alla realtà sarebbe comunque un buon inizio.

Elementi di novità riguardano anche alcuni aspetti della tutela della salute pubblica, passati o inosservati o tacciati come “proibizionisti”. Questi riguardano sia gli sgravi previsti per spese legate all’attività fisica nella fascia di età entro i 18 anni che è da leggere come un impegno nella lotta contro l’obesità che sta diventando una piaga sociale e sanitaria nel nostro paese.

L’altro è finalmente un provvedimento che mette l’Italia al passo con il resto dei paesi europei e mette fine a provvedimenti ipocriti, quali quelli sino ad ora adottati, riguardo all’educazione al non abuso di alcool. Finalmente infatti sarà vietata la vendita di qualsiasi tipo di bevanda alcolica ai minori di 18 anni, mentre lo sarà per tutti nelle stazioni di servizio autostradali, dove gli alcolici scompariranno sia dal banco che dagli scaffali. Un segnale di svolta quindi anche per la lotta agli incidenti stradali.

E veniamo ai provvedimenti che riguardano le tematiche ambientali e dei consumi, che sono quelle che più ci riguardano e che hanno fatto esprimere un sì condizionato alla finanziaria da parte del ministro Pecoraro Scanio che annuncia già di voler migliorare la parte ambientale della manovra in parlamento.

I cosiddetti ecointerventi previsti in finanziaria ammontano a oltre 500 milioni di euro, suddivisi in 200 destinati alla difesa del suolo, dove si annunciano azioni tese alla prevenzione piuttosto che al recupero dei danni; 65 milioni al comparto rifiuti e bonifiche con ulteriori 2 milioni per la lotta alle ecomafie, con l’auspicio che siano destinati non solo alla repressione down-stream, ma anche ai controlli a monte della filiera produttiva e alla realizzazione di qualche impianto per togliere terreno all’offerta illegale.

Ci saranno poi 10milioni per il monitoraggio marino, che era rimasto orfano di fondi e di ulteriori aggiornamenti negli ultimi tre anni, dopo che era scaduto il piano triennale previsto dal Ministero dell’ambiente.

Arrivano anche 20 milioni per i parchi su cui era nata la principale impuntatura del ministro Pecoraro per i tagli previsti e 3 milioni di lotta all’abusivismo con un fondo per l’abolizione degli ecomostri.

A questi 300 milioni si vanno ad aggiungere altri 200 milioni del fondo rotativo per Kyoto (che alimenterà tra l’altro altri fondi tra regioni e aziende) e altri 25 per lo sviluppo sostenibile.

Rimangono infine le annunciate proposte di sgravi sino al 55% delle spese sostenute (sino ad un tetto detraibile di 100mila euro l’anno) per interventi di sostituzione di caldaie ad alta efficienza energetica , per infissi volti al risparmio energetico e per l’installazione di pannelli solari ( in questo caso il tetto massimo è di 60mila euro).

E’ prevista poi una detrazione d’imposta (20% con un tetto di 200 euro) sull’acquisto di frigoriferi in classe A+ e per motori industriali ad alta efficienza(che dovranno essere individuati con apposito decreto).

Si prevedono inoltre obiettivi per i biocarburanti, scaglionati sino al 5% entro il dicembre 2010, sul complessivo immesso al consumo nel mercato nazionale, con una quota minima pari al 2,5% a partire dal 1° gennaio 2007 per i prodotti ottenuti da fonti primarie non rinnovabili.

Rimane inoltre l’utilizzo della leva fiscale sulle automobili. Prevista infatti una tassa dal 1°gennaio sui cosiddetti Suv e un incremento sino al 18% in più rispetto all’attuale tassa di circolazione, su tutte le auto, che verrà graduato in funzione del tasso di inquinamento prodotto.

Riappare anche il cosiddetto superbollo per le auto diesel Euro Zero, che sono ormai additate tra i mezzi maggiormente responsabili del contributo delle polveri sottili presenti nelle città.

Tutti aggravi cumulabili: quindi l’entità della tassa di circolazione crescerà in base alle caratteristiche della vettura e soprattutto in base al suo potere inquinante.

Al contempo sono invece previsti benefici a partire dall’esenzione della tassa di circolazione da due a tre anni ( a seconda della cilindrata) per le auto Euro 4, anche se non è ancora chiaro se l’acquisto dovrà essere contestuale alla rottamazione di una altra vettura più inquinante. Previsti infine benefici in termini di contributi statali (variabili da 1000 euro a 2.000 euro) per autovetture ibride, cioè alimentate a benzina e metano o per rinnovare gli autocarri diesel attualmente circolanti.

Insomma se da una parte non si rinuncia ad incentivare i consumi – ma del resto era stata anzi dichiarata da ogni parte la necessità di aumentare questa voce per far ripartire l’economia - si cerca quantomeno di guidarli verso quei prodotti che hanno un minor impatto sull’ambiente e sulla salute. Vedremo – tra due mesi - quali saranno le lobbies che hanno prevalso.

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