[28/09/2006] Acqua

Giglio, l’acqua torbida non dipende dal dissalatore

ISOLA DEL GIGLIO (Grosseto). Al Giglio è in corso una discussione sull’acqua potabile, uscita non proprio limpida dai rubinetti, che rischia di intorbidire ancora di più le cose, in un succedersi di dichiarazioni di sindaci passati ed attuale, consiglieri, opposizione e maggioranza.

Particolarmente criticato l’impianto di dissalazione presente e quello nuovo in via di realizzazione. Cerca, è proprio il caso di dirlo, di calmare le acque il direttore delle operazioni dell’Acquedotto del Fiora Oscar Galli: «L’acqua prodotta dai dissalatori ha ottime caratteristiche qualitative – dice il dirigente - Con il metodo dell’osmosi inversa infatti, l’acqua passa attraverso le membrane ad una pressione di circa 60 bar (600 metri di colonna d’acqua). Questa procedura consente di eliminare non solo i sali presenti nell’acqua del mare ma anche tutti i microrganismi, patogeni e non, fornendo quale prodotto finale un’acqua purissima, detta “acqua osmotizzata”, che da qualche anno viene anche venduta in bottiglia».

Per Galli «nessuna fonte di approvvigionamento naturale, sorgente, pozzo, lago o corso d’acqua, fatta eccezione per l’acqua piovana, può fornire una risorsa più pura di quella prodotta da un dissalatore. Lo testimoniano le analisi effettuate sull’acqua osmotizzata prodotta dal dissalatore di Bonsere, che evidenziano una concentrazione totale di sali (Tds) inferiore a 250 milligrammi per litro di acqua prodotta, migliore di buona parte delle acque oligominerali in commercio. Un dato che gli utenti possono facilmente verificare controllando le etichette delle acque presenti sul mercato e sommando il loro contenuto in sali».

Per l’acquedotto del Fiora i problemi di qualità dell’acqua si verificano nella fase di distribuzione. «Le reti acquedottistiche esistenti nei centri urbani turistici, infatti – spiega Galli - sono prevalentemente quelle degli anni ‘60, vecchie e realizzate con materiali non idonei al mantenimento qualitativo dell’acqua. L’acqua buona entra quindi a contatto con i tubi vecchi e si altera caricandosi tanto più di ferro quanto più i tubi sono vecchi e soggetti a ripetute rotture. Un problema che non si verifica nelle zone del Giglio in cui le tubazioni in distribuzione sono state sostituite con tubi nuovi e di moderna concezione».

Per quanto riguarda le lamentele sulle bollette, il Fiora precisa che «attualmente, il costo industriale di un’acqua potabile prodotta tramite osmosi inversa si aggira attorno a 0,75 euro per metro cubo, compresi gli investimenti, i consumi energetici e gli altri costi operativi. L’acqua trasportata dalle bettoline (che prima rifornivano il Giglio, ndr) costa circa 30 euro al metro cubo, 40 volte di più della dissalazione, e produce sicuri problemi ambientali, mentre l’acqua prodotta da un invaso, che per l’Isola del Giglio sarebbe indispensabile per far fronte alle richieste idriche concentrate nei mesi estivi, circa 250.000 metri cubi, con evidenti problemi di inserimento ambientale dell’opera, dovrebbe comunque essere potabilizzata e trasportata fino all’utenza e costerebbe circa 3,5 euro per metro cubo, circa 5 volte di più della dissalazione».

La dissalazione per osmosi inversa sarebbe il metodo di produzione idrica che «costa meno e produce il minore impatto ambientale, anche in termini energetici complessivi, tanto più che nel prossimo dissalatore di Campese l’alimentazione elettrica sarà effettuata prevalentemente tramite un impianto fotovoltaico», quindi Acquedotto del Fiora Spa «prevede di realizzare altri dissalatori di questo tipo nel comprensorio di competenza».

(nella foto un particolare di un dissalatore)

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