[26/09/2006] Energia

La nuova politica energetica della Toscana parte ´tagliando´

FIRENZE. La strategia energetica della Regione Toscana alla luce delle novità normative emerse nel quadro europeo e nazionale. La politica energetica nella Pianificazione generale e settoriale della Regione. Questi i temi dell’incontro di lavoro organizzato nei giorni scorsi dalla Fondazione Toscana Sostenibile. Il quadro giuridico istituzionale sulla questione energia è stato l’argomento centrale della relazione di Domenico Sorace, professore di diritto amministrativo all’Università di Firenze, che ha ricordato che «su questo argomento le competenze fondamentali sono assegnate alle Istituzioni europee. «L’obiettivo - continua il professor Sorace - è la creazione di un mercato da 600 milioni di abitanti in cui siano create anche autorità indipendenti e di controllo per il mantenimento di obiettivi di servizio pubblico (fornitura di energia a tutti i cittadini con continuità) e tutela dei consumatori. Attualmente è in discussione il libro verde sulla nuova politica energetica i cui cardini principali sono la sicurezza della fornitura, la concorrenza del mercato e la sostenibilità ambientale».

«Sul fronte strettamente ambientale - prosegue Sorace - a seguito dell’adesione dell’Europa al Protocollo di Kyoto sono state emanate importanti direttive sulle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica».

Il professor Sorace si è poi soffermato sulla situazione italiana «l’Europa ci invita a completare il processo di liberalizzazione» e sulle competenze dello Stato nell’attuazione delle politiche energetiche, sui rapporti tra Stato e regioni e a caduta tra queste e le amministrazioni locali. Tali rapporti sono regolati e fanno riferimento alla riforma del titolo V della Costituzione ma l’impressione è che tra principi generali, concorrenza del mercato, tutela dell’ambiente, sussidiarietà e compiti amministrativi vi sia un notevole intrigo di competenze».

«Per quanto attiene il disegno di legge “Bersani”- conclude Sorace - si cerca di completare i processi in corso mantenendo gli obblighi di servizio pubblico cioè sicurezza e certezza del servizio e garanzia dell’informazione introducendo anche misure di compensazione territoriale».

Necessità di una legge quadro che fissi gli obiettivi base e di gestione della domanda, necessità di controlli e rapidità nell’emanazione dei regolamenti (la Legge 10/91, una buona legge, è stata disattesa fortemente in questo senso), risparmio energetico. Queste le proposte e le osservazioni principali che sono emerse nel corso del convegno moderato dal direttore Alessandro Lippi.

«L’Europa con la direttiva 32/2006 ci invita a ridurre i consumi del 9% - afferma Pietro Novelli della Regione Toscana - il grosso dei consumi sono termici, ed è giusto quindi concentrarsi sulle residenze perché è inutile produrre energia pulita per poi immetterla in edifici pieni di buchi».

Novelli ha colto l’occasione per presentare le “Linee guida per l’edilizia sostenibile in Toscana” un sistema di valutazione utile per tecnici e progettisti.

«Il mercato ha sicuramente dei limiti ma probabilmente il regime di monopolio ha fatto dei danni maggiori. Una giusta liberalizzazione con accanto un forte sistema di regolazione sono il giusto mix per un contesto positivo». Così Mauro Grassi (nella foto), direttore generale politiche territoriali e ambientali della Regione Toscana, ha introdotto il sintetico intervento conclusivo del seminario. «Vogliamo liberalizzare il settore geotermico che oggi ci dà un ritorno basso – ha proseguito Grassi - Solo con l’idea di aprire alla concorrenza sono migliorati anche i rapporti con Enel. E’ poi vero quanto sostiene la direttrice D’Orazio: se leviamo la geotermia noi le rinnovabili non le facciamo. Molti progetti sono fermati dalle proteste dei comitati (la spiegazione in realtà non convince pienamente, solo alcuni casi risentono di tale opposizione, ndr). Nel Pier (Piano indirizzo energetico regionale) dobbiamo incentivare le piccole produzioni (piccoli comuni, le realtà agricole) ed aumentare risparmio ed efficienza».

«Per quanto attiene il gas - continua Grassi - dobbiamo avere garanzie di ricadute regionali mentre per la sicurezza degli impianti di rigassificazione abbiamo chiesto una commissione internazionale di valutazione».
Intanto i primi “tagli” riguardano proprio il “settore energetico” «la Rea chiuderà - conclude Grassi- verranno riallocate le funzioni ritenute valide ma azzerata la parte organizzativa troppo costosa. Non possiamo chiedere sacrifici ai cittadini e non intervenire a un riordino dell’ente Regione e suoi annessi. La Rea è la prima a pagare ma ne vedrete delle belle».

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