[25/09/2006] Comunicati

Realacci: ferie diversificate e ticket d´ingresso per un turismo di qualità

LIVORNO. Secondo un rapporto elaborato dal Centre for future studies di Londra, nel 2020 molte località turistiche del Mediterraneo meridionale, come la costa Amalfitana e la Toscana, potrebbero essere così calde da convincere i turisti a trascorrere le loro vacanze in paesi più settentrionali. Ma non è il surriscaldamento del pianeta, almeno dal punto di vista turistico, a preoccupare Ermete Realacci (nella foto), deputato pisano convinto fautore del modello soft economy. Realacci infatti vede nella qualità il discrimine tra turismo buono e sostenibile e turismo di massa.

«Sicuramente l’allungamento della stagione turistica e la diversificazione anche in Italia dei periodi di ferie – spiega - è una delle chiavi per il rilancio qualitativo delle caratteristiche del turismo italiano».

Se da un lato l’offerta prolungata della stagione può dare forza al turismo sostenibile, dall’altra secondo Ermete Realacci vanno tenuti in alta considerazioni strumenti come quelli dei ticket: «I ticket devono essere ovviamente valutati luogo per luogo e sempre finalizzati alla tutela del patrimonio, naturalistico o architettonico del territorio. Penso a diverse esperienze concrete che stanno funzionando molto bene, come alle Cinque terre dove l’offerta integrata con il biglietto ferroviario permette di raggiungere il parco senza utilizzare auto e contemporaneamente di contribuire in quota parte al miglioramentio dei servizi. Lo stesso vale per alcune isole e può valere anche per le città d’arte, basta sottolineare il referendum vinto nei giorni scorsi da chi sosteneva l’introduzione del ticket per entrare a Stoccolma e quello che già c’è per Londra, che ora oltretutto vogliono rimodulare in base al tasso di inquinamento emesso dal singolo veicolo. In questo caso, cioè in quello delle città, i nuovi introiti devono essere indirizzati al potenziamento del trasporto pubblico locale».

Anche in Toscana si discute in questi giorni di un aumento delle accise sulla benzina e del bollo auto. Come dovrebbero essere indirizzate queste entrate?
«Sicuramente dovrebbero essere reinvestite nel trasporto pubblico locale: questi introiti sono ancora più comprensibili e accettabili dai cittadini se sono risorse che non vanno a finire nella fiscalità generale, ma piuttosto verso miglioramento dei trasporti pubblici o comunque della fruizione turistica. Si tratta di politiche tra loro strettamente collegate, perché ridurre il numero di auto in una città o in un parco significa immediatamente elevare la qualità stessa del turismo che si offre».

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