[19/09/2006] Urbanistica

Manifestazione per il ponte sullo stretto

ROMA. Oggi è la giornata dei pro-ponte di Messina, saliti in migliaia dalla Sicilia e dalla Calabria verso la capitale al grido di "giù le mani dal Ponte", per sostenere il progetto appoggiato dal governo Berlusconi e che quello di Prodi ha deciso di mettere da parte, un po’ perché i soldi non ci sono e un po’ perché tra le forze dell’Unione i contrari sembrano preponderanti.

Ad organizzare e appoggiare la protesta soprattutto gli autonomisti siciliani del Mpa dell’eurodeputato messinese Raffaele Lombardo, che sottolinea come questa è una protesta del popolo meridionale e non dei sindacati o di una categoria, con evidente riferimento alle molte manifestazioni anti-ponte che hanno preceduto quella odierna favorevole. Anche il presidente di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, dice che un governo democratico dovrebbe accettare la volontà del popolo che, secondo lui vuole il ponte, e l’ex vicepresidente del Consiglio chiede che «si faccia quanto si è fatto in Val di Susa per la Tav».

Le parole di Fini sono quanto meno strane, visto che ai tempi delle manifestazioni popolari della Val di Susa era in prima fila tra quelli che dicevano che la Tav andava fatta comunque, anche se gli abitanti non la volevano, protestavano e facevano occupazioni e cortei grandiosi. Allora il governo Berlusconi pensò di risolvere tutto con gli sgomberi e la polizia.

Solo dopo le cariche, gli scontri e l’indurimento delle azioni popolari di protesta tornò a più miti consigli, ma, nonostante la palese volontà del popolo, continuò a ritenere strategica la Tav.

Politicamente più rozza la dichiarazione di Schifani per Forza Italia: «il Governo Prodi vuole colpire il Sud perchè non l´ha votato». Veramente il no dell’Unione al ponte era precedente alle elezioni ed una delle due regioni interessate, la Calabria, ha votato in maggioranza per il centro-sinistra.

Ai manifestanti pro-ponte risponde Legambiente, che insieme ad altre associazioni, partiti e movimenti ha organizzato la protesta contro il ponte sullo stretto, per chiedere che con qui miliardi di euro destinati ad un’opera faraonica si affrontassero i problemi strutturali che impediscono la crescita del sud: acqua, fognature e depurazione, gestione, smaltimento e recupero dei rifiuti, dissesto idrogeologico, adeguamento di linee ferroviarie e di strade ed autostrade da terzo mondo.

«Questa “invidia” del ponte – dice il presidente Roberto Della Seta - è immotivata. La nostalgia del progetto è assurda e quell’infrastruttura sospesa davvero inutile, com’è ormai chiaro a tutti. L’assurdità economica, sociale, trasportistica e ambientale che rappresenta un’opera come il ponte sullo Stretto di Messina è evidente a chiunque ragioni con il buon senso. Costerebbe miliardi di euro – conclude Della Seta - in gran parte forniti più o meno direttamente dalle casse pubbliche, e lascerebbe del tutto irrisolta la drammatica arretratezza del sistema dei trasporti del mezzogiorno a fronte di un alto impatto ambientale. Rimpiangere il progetto è del tutto insensato».

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