[12/09/2006] Acqua

Menduni: Subito 200 milioni per la messa in sicurezza della Toscana

FIRENZE. Dopo le importanti dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio che afferma la volontà di dare seguito al piano da 40 miliardi di euro per gli interventi contro il dissesto idrogeologico (il principale intervento infrastrutturale per il nostro Paese) e la presa d’impegno di attivare un finanziamento di 1 miliardo di euro fin dalla prossima manovra finanziaria, abbiamo sentito in merito Giovanni Menduni, segretario generale dell’Autorità di bacino dell’Arno (territorio che per estensione rappresenta quasi la metà di quello dell’intera regione).

Professor Menduni quanti soldi servirebbero per mettere in sicurezza la Toscana?
«Premetto alcune questioni di carattere generale. La prima è che la sicurezza nei confronti del rischio idrogeologico si consegue progressivamente per stadi successivi e non passa solo e necessariamente per cifre iperboliche da allocare tutte e subito. La pianificazione e la programmazione a scala di bacino, sotto questo punto di vista, sono un riferimento imprescindibile perché consentono, in ogni fase, l’individuazione delle priorità e la migliore allocazione delle risorse. Un primo abbattimento del rischio, in queste condizioni, può essere elevato anche mettendo in campo stanziamenti relativamente modesti rispetto alle necessità complessive. Nel caso dell’Arno, ad esempio, abbiamo dimostrato che l’80% del risultato si consegue con il 20% delle risorse complessivamente previste dal Piano di bacino. Non si tratta, naturalmente, di banalizzare il problema. Il restante 80% dei finanziamenti resta comunque necessario ma serve per rafforzare un quadro sostanzialmente già acquisito e può essere ragionevolmente distribuito nel tempo. Questo 20%, per l’Arno corrisponde, più o meno, a 200 milioni e consente la svolta tanto attesa rispetto alle croniche criticità sull’asta principale, inclusi i centri storici delle città d’arte».

200 milioni di euro per gli interventi più importanti. Quali sono le fonti del finanziamento?
«L’accordo di programma quadro stipulato il 18 febbraio 2005 tra Stato, Regione e Autorità di Bacino, indica che 100 milioni saranno messi a disposizione dallo Stato e gli altri 100 dalla Regione, dalle altre amministrazioni locali e anche dai privati. Poi ci sono i fondi necessari alle altre esigenze come le frane, la subsidenza, l’assetto idrogeologico del territorio. Altrettanto importanti sono la manutenzione delle sponde (la più “verde” possibile, s’intende), quella del territorio e l’investimento in tecnologia, studio e ricerca. Perché sui fiumi e le frane non si smette mai di imparare e ogni passo avanti nella conoscenza vuol dire spendere meno e difendere l’ambiente».

Quando arriveranno i soldi?
«Devo dire che la Regione Toscana è molto impegnata e lo ha chiaramente dimostrato con alcune delibere di giunta già nella scorsa primavera che mettono a disposizione i primi stanziamenti. Le risorse ministeriali per il 2005 ancora non sono state ripartite. Ma siamo davvero fiduciosi nella sensibilità dimostrata in questi mesi dal ministro Pecoraro Scanio».

Condivide quanto dichiarato ieri dal ministro?
«Ho sinceramente apprezzato i diversi passaggi dell’attività del ministro, che nei confronti dell’assetto idrogeologico si è mosso con grande autorità e tempestività. Mi riferisco anche a un recente, fondamentale, provvedimento legislativo che porta la sua firma e che ha finalmente corretto gravi problemi determinatisi con l’operato del passato Governo. Condivido pienamente il suo approccio. Per quello che riguarda il riferimento all’entità dello stanziamento proposto in finanziaria mi pare ragionevole, confortante e costituirebbe davvero una svolta significativa rispetto al passato».

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