[11/09/2006] Urbanistica

D´Angelis sull´urbanistica : che sia la regione a dire l´ultima parola

FIRENZE. Bagnaia, Monticchiello, Val di Luce. E poi ancora Follonica e Castagneto Carducci, l’Elba e Marina di Grosseto, ma si potrebbe continuare con un paio di casi almeno per ogni provincia segnalati un po’ ad ogni redazione… La scintilla divampata in questa tarda estate innescata da un romano amante della Toscana come Alberto Asor Rosa ha incendiato la discussione sui tanti piccoli e grandi “ecomostri” (veri o presunti) di casa nostra, sulle speculazioni edilizie, sulle seconde case, sui colpevolisti nei confronti dei comuni e sui colpevolisti nei confronti della Regione.

A Erasmo D’Angelis, presidente della Sesta commissione del Consiglio regionale della Toscana, chiediamo se alla luce di quanto sta accadendo non sia utile uscire per uscire dalle discussioni astratte e dalle valutazioni soggettive, cominciare a pensare alla contabilità ambientale da affiancare agli strumenti di programmazione della Regione, a partire dal Pit in discussione in queste settimane.

«Noi abbiamo un obbligo, fare tutto quello che si può fare per tutelare il nostro territorio e il nostro ambiente, che è vera ricchezza della Toscana, dove l’82% del Pil ci arriva da un mix di commercio, turismo, paesaggio, artigianato di qualità… Il Pit è quindi il vero passaggio istituzionale e di governo che ci può permettere di evitare lo stravolgimento del paesaggio e del contesto sociale».

Ma perché nel Pit non è prevista la contabilità ambientale?
«Non c’è la contabilità ambientale, perché questa può rientrare e anzi deve rientrare, in altri atti di governo, anche nel bilancio stesso, che sarà uno dei temi principali nell’agenda delle prossime riunioni di maggioranza».

Le responsabilità maggiori, rispetto a quanto accaduto, di chi sono?
«Il buongoverno del territorio significa evitare operazione urbanistiche pereoccupanti. Se noi con coerenza abbiamo combattuto negli ultimi 5 anni contro la logica dei condoni del governo Berlusconi, ora bisogna continuare ad essere estranei a questo tipo di urbanistica. Per questo dobbiamo produrre in tempi brevi una politica di controllo, mettendo fine al paradosso per cui la Regione ha dato grande autonomia agli enti locali, ma poi sono gli stessi comuni a lamentarsi di non avere strutture sufficienti al loro interno per poter gestire tutta una serie di problematiche urbanistiche. Se c’è questa debolezza, allora è il caso che sia la Regione a intervenire, che ha a propria disposizione personale professionale dedicato».

Quali sono le vostre proposte come Margherita?
«La prima cosa è prevedere una corsia preferenziale per l’approvazione del Pit. In secondo luogo dobbiamo secondo me estendere la valutazione integrata a tutte le operazioni urbanistiche comunali, anche modificando la legge 1: la nostra proposta è cioè che arrivino tutti gli atti. Questo significa non soltanto recuperare la valutazione sull’impatto ambientale e territoriale, ma anche di tipo sociale, culturale ed economica, da imporre a tutti gli enti locali».

Quindi la contabilità ambientale per voi non è necessaria?
«La contabilità ambientale equivale alla valutazione integrale, anzi è compresa al suo interno. Ma non mi sembra utile impiccarsi sulle formule, è molto più importante pensare concretamente a fare le cose che possiamo fare davvero, e farle subito».

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