[08/09/2006] Consumo

Agricoltura biologica, la ricetta di De Castro per il consolidamento

BOLOGNA. «In Italia è necessario lavorare di più sulla parte commerciale dei prodotti biologici per potenziare la loro presenza nella grande distribuzione». Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Paolo De Castro, durante il talk show che si è svolto al Sana.

Tutti i dati (presentatati da Cia e Anobio relativi al 2005), danno il settore in forte crescita. Dopo due anni di stasi, è cresciuto il numero degli operatori (comunque meno rispetto alla fine degli anni Novanta) e delle coltivazioni bio. Come mantenere e incrementare questi risultati? Per De Castro una soluzione è, lo abbiamo detto, più presenza del biologico nella Gdo, «ma anche sviluppare la vendita diretta come avviene in altri Paesi europei» e una promozione maggiore a livello nazionale «dei propri prodotti di qualità sui mercati mondiali».

De Castro ha fatto riferimento anche al Piano d´azione nazionale per l´agricoltura biologica 2004-2005 ricordando che entro l´autunno saranno sbloccati 5 milioni di euro previsti proprio nel Piano. C’è poi la questione del marchio italiano che manca e che provoca la cosiddetta agropirateria. Serve una presenza dell’agroalimentare targato Made in Italy. Tanto che anche il sondaggio della Coldiretti ha sottolineato come «due italiani su tre acquisterebbero più alimenti biologici se fossero garantiti proprio da un marchio Made in Italy».

De Castro ha poi assicurato – riguardo all’export – che nelle prossime settimane si delineerà meglio una strategia per dare maggiore vigore al settore, con una nuova mission per Buonitalia: «Non si tratta – ha detto il ministro - di fare un duplicato dell´Istituto per il commercio con l´estero, ma di creare un soggetto in grado di sostenere le imprese che hanno un progetto preciso per crescere sui mercati esteri».

Non è stata invece affrontata un’altra questione che pareva prioritaria: ovvero come uscire dalla logica – sottolineata dall’Aiab – secondo la quale il futuro del biologico è legato ai contributi pubblici. Il consolidamento attraverso una maggiore presenza nella grande distribuzione dei prodotti può forse dare un impulso, ma la missione del biologico, lo abbiamo già detto nei giorni scorsi, è (era) quella di dire che esiste anche un’altra agricoltura che è legata ad un altro stile di vita. Uno stile di vita sostenibile. L’agricoltura biologica non doveva solo sovrapporsi a quella tradizionale, ma possibilmente sostituirla.

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